Nell’ambito delle indagini orientate alla tutela dell’economia legale, basate sulla prevenzione e il contrasto delle condotte finalizzate a depauperare il patrimonio delle società che vertono in condizioni di insolvenza, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno accertato che tre imprenditori, legati da vincoli familiari e domiciliati in provincia di Venezia, hanno pilotato al fallimento una società che gestiva una pasticceria nel trevigiano, costituita nel 2010, con un volume d’affari annuo di 350 mila euro e 4 dipendenti.
Pertanto, i tre responsabili sono stati denunciati dai finanzieri del Gruppo Treviso alla locale Procura della Repubblica per bancarotta fraudolenta.
Le indagini hanno avuto origine dal fallimento della società dichiarato nel corso del 2022 da parte del Tribunale di Treviso, intervenuto, su istanza di un ex dipendente dell’impresa a cui non erano state pagate tutte le retribuzioni.
In particolare, diverse sono le condotte contestate agli indagati nella gestione della pasticceria, in dissesto almeno dal 2017 a causa del mancato pagamento di debiti tributari e contributivi pari a 200 mila euro.
In primo luogo, l’aver aggravato l’insolvenza, comportando una situazione debitoria al momento del fallimento pari a 310 mila euro, omettendo di chiedere l’ammissione della società agli strumenti legali di risoluzione della crisi aziendale.
In secondo luogo, l’aver drenato liquidità dalla fallita per circa 150 mila euro attraverso veri e proprio ammanchi di cassa camuffati con causali di fantasia.
In terzo luogo, l’aver ceduto in modo occulto la società, senza corrisponderne il prezzo di circa 200 mila euro, ad un altro soggetto giuridico costituito ad hoc nel 2018, avente la stessa sede e attività economica, riconducibile ai medesimi indagati, così da proseguire l’esercizio della pasticceria, senza il peso della pregressa situazione debitoria.
In quarto luogo, l’aver occultato le scritture e i libri contabili obbligatori, omettendo anche il deposito dei bilanci d’esercizio dal 2017 al 2020, così impendendo al curatore fallimentare la ricostruzione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria della fallita.
La Procura della Repubblica di Treviso, al termine delle indagini svolte dai finanzieri e alla luce del quadro probatorio acquisito, ha disposto la conclusione delle indagini preliminari.
“L’operazione di servizio dà prova della sinergia tra la Guardia di Finanza e la locale Autorità Giudiziaria – si legge in una nota ufficiale – nel contrasto a condotte che minano la credibilità del sistema economico: è chiaro che, in condizioni di insolvenza, non ricorrere agli strumenti che la legge prevede per risolvere le crisi aziendali, compiere distrazioni patrimoniali, svendere di fatto l’azienda a un nuovo soggetto giuridico appositamente costituito, occultare le scritture contabili e i libri sociali, sono comportamenti che alterano le regole di leale concorrenza nel mercato”.