Arrivano i dati aggiornati sulla prolungata siccità dei mesi scorsi. Secondo la direzione agroalimentare della Regione, ammontano tra i 120 e i 170 milioni di euro i danni all’agricoltura veneta causati dalla lunga assenza di precipitazioni e dalla carenza, d’inverno, di neve. “La gestione dell’acqua deve privilegiare gli usi prioritari, quello potabile e quello irriguo, e non il profitto di società che usano la risorsa idrica per scopi diversi e rispondono unicamente agli interessi dei propri azionisti.
Non è più tollerabile che la gestione della risorsa idrica sia lasciata in mano a società che tendono ad ottimizzare i ricavi anziché preoccuparsi del corretto uso di una risorsa limitata, indispensabile per la vita umana e la società civile”. Questo dice in una nota la delegazione del Veneto che si è rivolta al ministro per l’ambiente Galletti in sede di Conferenza Stato-Regioni. Tra i relatori della conferenza Stato – Regioni, l’assessore veneto all’agricoltura Giuseppe Pan.
Nella nota si legge che “Tra lo scorso ottobre e giugno 2017 le piogge in Veneto sono diminuite del 25% rispetto alla media stagionale, con punte del 33% nel bacino dell’Adige e del Po, e con effetti particolarmente drammatici anche alle foci del Brenta”. “Nella sezione di Boara, ed esempio, il fiume Adige ha attualmente una portata di 25-30 metri al secondo, contro gli 80 previsti per il corretto di funzionamento della barriera anti-intrusione salina posta in prossimità della foce”. L’amministrazione regionale ha già predisposto interventi emergenziali per oltre 7 milioni ed è pronta ad emanare la quarta declaratoria di crisi idrica, protraendo così al 10 agosto lo stato emergenziale per limitare i prelievi irrigui del 50% nel bacino dell’Adige e del 20% negli altri bacini ma la penuria d’acqua è aggravata dal fatto che a primavera i bacini idroelettrici che afferiscono all’asta dell’Adige erano quasi completamente vuoti, perché si è privilegiata la produzione idroelettrica rispetto ad una corretta gestione degli invasi.
Appare sempre più urgente, secondo Pan, varare un piano nazionale di soccorso idrico, in particolare per le pianure del Nord, e realizzare importanti infrastrutture che consentano di diversificare gli approvvigionamenti idropotabili, accumulare l’acqua nei periodi piovosi, in particolare nelle zone montane, e ottimizzarne l’uso nei periodi più siccitosi.