Gli scontri prima di Venezia-Bologna
Gli scontri prima di Venezia-Bologna

Il Questore di Venezia ha emesso 39 provvedimenti amministrativi con i quali viene inibito l’accesso agli impianti in occasione di eventi sportivi a carico di 19 tifosi veneziani e 20 simpatizzanti del Bologna.

L’attività è scaturita dalla partita di calcio, valevole per la serie A, disputata tra le squadre di Venezia e Bologna lo scorso 8 maggio quando, circa un’ora prima dell’inizio della sfida calcistica, una trentina di supporters lagunari ed altrettanti ultras felsinei si sono fronteggiati nel territorio lagunare tra Campo della Tana e Rio dell’Arsenale.

In quella occasione, il pronto intervento delle forze dell’ordine ha bloccato gli scontri evitando il precipitare delle conseguenze fisiche per i partecipanti.  L’attento esame delle riprese della Polizia Scientifica, dell’impianto di videosorveglianza cittadino e dai canali social, ha permesso di individuare con certezza le persone che hanno dato vita alla rissa in piena città.

Al riguardo, le ricostruzioni ex post dei fatti accaduti fanno ritenere che i due gruppi si fossero organizzati precedentemente per ritrovarsi proprio nelle vicinanze dell’Arsenale, luogo distante dallo stadio Penzo, per fronteggiarsi in una sorta di sfida sul campo con un inammissibile scontro fisico.

Tra i supporters del Bologna individuati ci sono tifosi olandesi e scozzesi che sarebbero giunti appositamente per seguire l’incontro e prendere parte agli scontri.

Le misure adottate, che vanno a colpire quel lato assurdo del mondo del calcio, variano dai due ai cinque anni a seconda degli specifici precedenti in materia dei singoli soggetti individuati.

Nell’ambito di quella vicenda si ricorda infine come sulle testate giornalistiche on-line, in quella stessa data si era diffusa la notizia che, a causa degli scontri, un tifoso era caduto in laguna. Il dato si rivelò poi infondato in quanto un turista straniero, nelle vicinanze del ponte dell’Arsenale, aveva visto cadere un passeggino (vuoto) in acqua e, temendo che vi fosse adagiato un bambino, si era buttato in acqua per salvarlo.

Gli stessi sono stati segnalati alla locale Procura della Repubblica per la sussistenza degli estremi del reato di rissa aggravata.