Paolo Zanetti - foto Andrea Pattaro @Vision
Paolo Zanetti - foto Andrea Pattaro @Vision

Questa mattina mister Paolo Zanetti, allenatore del Venezia FC, ha incontrato la stampa in videoconferenza, alla vigilia dell’incontro in casa dello Spezia. Queste le sue dichiarazioni.
Innanzitutto Mister: qual è la situazione della squadra, sul fronte degli infortuni?
“A livello di infortuni, recuperiamo praticamente tutti. I Nazionali stanno bene, qualcuno lo vedo oggi per la prima volta, alcuni sono arrivati ieri sera, molti hanno problemi con il fuso orario. Chiaramente questi giocatori non hanno lavorato con noi in settimana. Ma l’aspetto generale mi dice che, per quanto riguarda la rosa a mia disposizione, ho scelta”.
Notizie di Romero?
“Romero non so quando tornerà in campo. E’ in Argentina  a fare il suo percorso di convalescenza, non ho idea se lo recupereremo oppure no”.
Affronterete lo Spezia. Quali differenze si prefigura rispetto alla partita di andata?
“All’andata è stata una gara equilibrata, persa all’ultimo secondo con un eurogoal da quaranta metri. Siamo due squadre non molto differenti, lottiamo per lo stesso obiettivo, loro hanno in più, rispetto a noi, il fattore campo, ma noi abbiamo pure altissime motivazioni; sarà quindi una partita difficile per entrambe, un match tra due squadre che si rispettano e sanno che cosa vuol dire navigare nei bassifondi. Diciamo che il campionato è ancora lungo, da parte nostra siamo ancora in corsa, malgrado il periodo duro e le difficoltà oggettive. Ma possiamo ragionare in modo diverso e la prima occasione per farlo sarà domani, e dovremo giocare al 100% delle nostre possibilità”.
La sosta le è servita per far mettere fieno in cascina ai giocatori, e per fare pace con Henry?
“Premesso che, come detto, avevamo otto giocatori in Nazionale, i quali hanno avuto più dispendio, gli altri sì, hanno messo fieno in cascina. Il problema però è stato non tanto dal punto di vista fisico, quanto di dover rincorrere i problemi che ci creiamo da soli, dal punto di vista mentale, così abbiamo cambiato abitudini e schemi mentali. Per quanto riguarda Henry: sappiamo che su queste vicende ci si marcia per settimane, ma in realtà a noi due sono bastati un paio di minuti, a fine gara, per mettere a posto le cose. E sono cose che succedono, negli spogliatoi, chi ha giocato a calcio lo sa. Lui ha sbagliato sul campo, io ho sbagliato fuori. Sappiamo la stima reciproca e non è un episodio che ce la fa cambiare”.
Però anche se vi siete chiariti, di fatto ci sono state delle ripercussioni.
“Chiaramente, a seguito di quanto è successo, lui non sarà in campo e io non sarò in panchina, queste sono le ripercussioni. Non avremo a disposizione il nostro miglior giocatore, a riprova di quanto io lo stimi, un elemento che abbiamo perso per due ammonizioni evitabili. La mia reazione è stata spontanea e fa parte del mio carattere, mi devo vergognare di quello che ho detto, ma non di quello che ho fatto. Entrambi siamo in debito con la squadra”.
Domani sarà una gara di pazienza, o bisognerà aggredire per vincere?
“Non sono un mago, faccio fatica a prevederlo. Ma so che lo Spezia è stato, ultimamente pericoloso in ripartenza, con giocatori che hanno colpi e gamba. Ma non è detto che faranno con noi lo stesso tipo di gara. Dovremo essere pronti a fare più tipi di partita. Dovremo essere bravi a non regalare gli episodi. Come contro la Sampdoria: siamo arrembanti i primi minuti, poi spostando gli episodi a loro favore, gli avversari hanno preso coraggio. Dobbiamo quindi essere bravi a rimanere sempre in mezzo alla partita, poi dobbiamo anche fare goal. Oltre a non regalare bisogna segnare”.
Dal punto di vista tattico si affiderà al 4-3-3 o farà qualche modifica? In altre parole, quali saranno le vostre certezze, domani?
“Le certezze sono sempre le nostre, quelle che ci hanno portato ad essere ancora in gioco, quelle che ci hanno portato, l’anno scorso, ad una promozione insperata. E’ chiaro che viene messo tutto in discussione quando non arrivano i risultati. Poi c’è la strategia, ci sono i momenti del campionato, ad incidere”.
Qual è il morale della squadra? Si può pensare di giocare con serenità, nonostante tutto?
“E’ stato proprio l’obiettivo di questi quindici giorni. Quando le cose non vanno bene, è ovvio che si vede tutto nero, ma la nostra è una tipologia di squadra che, se non si diverte, non rende. Abbiamo cercato di sfruttare la sosta per cambiare, appunto, i nostri animi. La negatività non ci dà nulla, anzi ci preoccupa. Non andiamo a Spezia di certo per sorridere, ma a fare una battaglia, però d’altro canto dobbiamo preparare bene una partita senza sprecare energie inutili, prima che l’arbitro fischi. Non dobbiamo, in altre parole, essere spavaldi prima dell’inizio della gara e poi farci sopraffare dalla paura”.
Secondo lei è credibile la quota salvezza a 34 punti?
“Può essere, dipenderà molto da noi e dalle altre squadre, nonché dai recuperi. Dire che l’Udinese possa essere dentro questa sfida è un’anomalia, così come la Sampdoria, sono squadre troppo forti. Ma è difficile fare calcoli. Di sicuro può essere una quota più bassa degli altri anni”.