Il presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili – Veneto commenta la decisione del Governo “Debiti sulle spalle di chi sta creando ricchezza”

 

Allarme imprese edili: per i nuovi interventi non sarà più possibile ricorrere alla cessione del credito o allo sconto in fattura.
Inoltre si spegne sul nascere l’esperienza da poco avviata da alcuni enti pubblici di acquistare i crediti incagliati: non potranno più farlo. Ieri il Consiglio dei Ministri ha infatti deciso di bloccare l’acquisto di detti crediti da parte di Enti Locali, Comuni e Regioni.

“Il Ministro Giorgetti ha parlato di un Superbonus scellerato e di una politica scellerata, ma penso che scellerate siano invece le scelte fatte ieri”. Così il presidente di Ance Veneto, Paolo Ghiotti, commenta la decisione.

“I numeri sono estremamente gravi: solo nel Veneto, parliamo di circa 6,3 miliardi investiti, di 5mila imprese e operatori del sistema edilizio a forte rischio, con circa 500 milioni bloccati nei cassetti fiscali – afferma Ghiotti -. A fronte del blocco, con contratti che sono attualmente in corso, va proposta una soluzione immediata. Così stanno uccidendo chi ha creato il lavoro, chi produce ricchezza, chi ha fatto un terzo del PIL nazionale. Parliamo di numeri importantissimi”.

“Sulle teste delle nostre imprese ora sta cadendo la scure – continua -, proprio ora che si era trovata una quadra con Province, Regioni e Camere di Commercio, che avevano dato certezze al settore, non solo in Veneto, ma anche in Liguria, Toscana, Sardegna, Sicilia. Tutte regioni che avevano già dato avvio a questa opportunità per dare fiato alle attività, mentre ora si dice stop agli sconti in fattura e stop alla cessione del credito. Esiste solo l’opportunità di fare le detrazioni in proprio, ma se le imprese hanno il cassetto fiscale pieno e manca la liquidità e per ovvi motivi non possono più fare il 110.Se le nostre imprese non lavorano, come facciamo a defiscalizzare? Non si sta dicendo stop al 110, ma sta dicendo stop all’economia e a un volano per la crescita“.

“Non è possibile che questi debiti stiano sulle spalle di chi stia creando ricchezza: è una questione di ignoranza e arroganza politica, che sta ricorrendo a dei sistemi che non possono essere accettati – conclude Ghiotti -. Esiste una misura nelle cose, diceva Orazio: noi, qui, l’abbiamo completamente persa”