Salgono i contagi: “Mettete in sicurezza i vostri anziani con la seconda dose booster”. L’Ulss 3 Serenissima chiama a rapporto le 31 case di riposo presenti nel suo territorio a sostegno della quarta dose salvavita.
In tutto il territorio dell’azienda sanitaria i nuovi positivi contati nella sola giornata di ieri sono 531. Hanno fatto salire gli attualmente positivi a 4.180.
Uno dei primi obiettivi dell’Ulss 3, in questi giorni di recrudescenza dei contagi, è quindi quello di mettere al riparo le persone più fragili, a partire dalle case di riposo.
Al loro interno il 28,8% degli anziani ha effettuato la seconda dose addizionale. Corrisponde al 58,8% degli eleggibili.
“È stato fatto un lavoro importante e anche grazie a questo i positivi nelle case di riposo, ad oggi, sono solo 4. Ma la recrudescenza dei contagi ci mette in allerta e dobbiamo fare ancora meglio – spiega il direttore generale Edgardo Contato -. Per questo richiamiamo le case di riposo ad un attento e preciso controllo nei confronti di chi può essere sottoposto alla seconda dose di richiamo all’interno delle strutture. Lo facciamo sulla base di dati scientifici che ne sottolineano l’importanza. E invitiamo le case di riposo a farsi parte attiva nel raccogliere l’adesione degli aventi diritto attraverso il consenso espresso dai familiari o dagli amministratori di sostegno, affinché siano sottoposti a vaccino tutti i soggetti che non hanno ancora completato l’iter vaccinale”.
Dopo i diversi incontri con le case di riposo delle ultime settimane, l’azienda sanitaria l’ha ribadito in una lettera inviata questa settimana a tutte le direzioni dei Centri servizi anziani, richiamandole all’importanza della quarta dose.
A sostegno del proprio appello l’Ulss 3 cita lo studio del New England Journal of medicine, secondo cui la somministrazione della terza dose ha ridotto il rischio di ospedalizzazione del 72% e il rischio di morte del 76%.
L’Ulss 3 chiede quindi alle direzioni delle case di riposo “una nuova chiamata attiva, volta a stimolare e sensibilizzare i familiari e gli amministratori di sostegno più refrattari a prestare il consenso per la vaccinazione”.
L’azienda sanitaria insiste su “un ulteriore impegno in tal senso, data l’importanza del ruolo della vaccinazione con i suoi richiami nella lotta al Coronavirus e nella tutela della salute dei più fragili”.