Termovalorizzatore di Fusina: il Consiglio approva all’unanimità una mozione per rafforzare il monitoraggio costante delle emissioni.
Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una mozione per rafforzare il monitoraggio costante delle emissioni del termovalorizzatore di Fusina.
La petizione popolare
Il provvedimento è stato votato a seguito di una petizione popolare che ha portato ad un ampio dibattito prima in commissione alla presenza di tecnici e dirigenti Veritas e poi in Consiglio con l’assessore all’Ambiente Massimiliano De Martin.
I controlli e le informazioni
L’azienda Eco+Eco sarà impegnata a svolgere un’attività di controllo e la conseguente informazione, attraverso l’audizione nelle commissioni consiliari competenti, coinvolgendo gli enti preposti in materia “al fine di valutare ulteriori studi sulle ricadute delle emissioni gassose dell’impianto” si legge nel provvedimento.
Nella mozione viene inoltre richiesto alla società partecipata di Veritas la pubblicazione in modo continuativo e online dei dati sulle emissioni dell’impianto di Fusina, in modo che siano più facilmente accessibili al pubblico.
L’ultimo punto del provvedimento è la richiesta di misurazione degli eventuali Pfas emessi a camino dall’impianto, anche con la collaborazione di Arpav, l’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto.
“La stragrande maggioranza dei rifiuti prodotti dai cittadini che abitano questo territorio e raccolti da Veritas (al netto dei materiali riutilizzati prima di diventare rifiuto) viene avviato al riciclo ed effettivamente riciclato – ha ricordato De Martin – Circa il 10% non è invece riciclabile, quindi viene recuperato come energia proprio negli impianti di Fusina; il resto, infine, va ancora in discarica. Tutto questo si chiama economia circolare e serve a risparmiare materie prime, rispettare l’ambiente e tentare di rallentare gli effetti negativi del cambiamento climatico. Questo è un sistema di trattamento e smaltimento dei rifiuti che assicura una media del 73% di raccolta differenziata (con picchi del 90%) in territori altamente turistici, il conferimento in discarica solo del 3% del totale e la trasformazione in energia elettrica dei materiali non riciclabili. Le indagini indicano che il nostro modello è leader in Italia”.