Teatro e cucina come spazi di condivisione di emozione sono gli ingredienti di Rossini Flambé. Opera buffa in cucina, a Villa Fietta a Pieve del Grappa venerdì 3 settembre alle 20.45. Danza e musica in un’antologia di brani scanditi dal dialogo tra corpo e violoncello compongono Suite Zero al Teatro Duse di Asolo sabato 4 settembre alle 19.00.

Il fine settimana di Centorizzonti si conclude domenica 5 settembre alle 19.00 al Teatro Duse di Asolo con il reading incentrato su una vicenda realmente accaduta, in coproduzione con Gioie Musicali – Musikdrama: protagonista è la giovane attrice trevigiana, proiettata nella dimensione nazionale con il debutto al Piccolo di Milano nell’Hamlet di Antonio Latella, di cui è un’inedita protagonista femminile.

Sarà un weekend ricco di proposte, con tre prime regionali capaci di assecondare tutti i gusti, quello che Centorizzonti estate 2021 – Paesi e paesaggi come chicchi di melagrana sta preparando tra Pieve del Grappa e Asolo (Treviso): il programma ideato e curato da Cristina Palumbo per Echidna Associazione Culturale, in co-progettazione con i 12 Comuni della rete culturale Centorizzonti e in accordo di programma con la Regione Veneto, prevede venerdì 3 settembre alle 20.45 a Villa Fietta a Pieve del Grappa lo spettacolo teatrale Rossini Flambé. Opera buffa in cucina di Teatro Due Mondi, sabato 4 settembre alle 19.00 al Teatro Duse di Asolo la performance di musica e danza Suite Zero con Simona Bertozzi e Claudio Pasceri (e a seguire la conversazione con gli artisti), e domenica 5 settembre alle 19.00 ancora al Teatro Duse il reading Asolo Ivan e i cani dell’attrice trevigiana Federica Rosellini, una coproduzione Echidna Associazione Culturale e Gioie Musicali – Associazione Musikdrama.

 

Rossini Flambé, venerdì 3 settembre. Amore, musica e cucina sono gli ingredienti che Rossini Flambé. Opera buffa in cucina, divertente e scatenata sequenza di canti, testi e comiche situazioni, mescola sapientemente come accade per una ricetta elaborata, che può essere gustata a tutte le età. Il Teatro Due Mondi, compagnia faentina nata nel 1979 e da allora impegnata in una continua ricerca artistica tesa alla costruzione di un teatro “colto” e “popolare”, radicato nelle tradizioni ma capace di parlare un linguaggio universale, fedele alla propria mission porta in scena uno spettacolo originale e divertente, mescolando sapientemente i registri narrativi, che vede in scena Federica Belmessieri, Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Maria Regosa, Renato Valmorin. I testi sono di Gigi Bertoni, la regia è di Alberto Grilli e le musiche sono originali, con la direzione musicale di Antonella Talamonti. Teatro Due Mondi è già stata ospite di Centorizzonti nel 2020, quando con lo spettacolo di piazza Fiesta ha aperto la stagione estiva ad Asolo.

La scelta di ambientare questa proposta a Villa Fietta non è casuale: già convento della congregazione delle suore di Crespano, nella cucina del quale di certo negli anni sono state messe a punto deliziose ricette, dallo scorso anno è sede distaccata dell’istituto alberghiero Giuseppe Maffioli. Non vi era dunque location più azzeccata per una pièce che vede protagonista una brigata di cuochi scatenati che trascinano il pubblico in una girandola di imprevisti, schermaglie amorose, dispetti e disastri culinari, successi e trionfi di gusto e di piacere.

L’antefatto è l’improbabile e fortunoso ritrovamento di un manoscritto giovanile di Gioacchino Rossini, perduto da qualche parte nelle terre di Romagna, dove il compositore visse la sua giovinezza. E la storia svelata assume i toni così congeniali alla fantasia dell’autore: amore, musica, cucina. Ci troviamo all’interno di una trattoria gestita da due fratelli “gemelli” ma assolutamente non somiglianti tra loro, Otello ed Idilio, in cui lavorano anche due aiuto-cuoche e un inserviente. Sulla difficile scelta tra un menù legato alla tradizionale cucina regionale e un altro, più attento alle contemporanee esigenze salutiste, iniziano le contrapposizioni tra i due fratelli, che trovano alleate o nemiche le loro collaboratrici. I cuochi cantano e suonano strumenti di cucina, casseruole, pentole e posate, indossano maschere che insieme alla cucina e alla musica, richiamano un’altra italianità famosa nel mondo, la Commedia dell’Arte.

In caso di maltempo sarà rinviato a nuova data.


Suite Zero, sabato 4 settembre. Un’altra prima regionale, altri linguaggi artistici per Suite Zero e un altro gradito ritorno nella programmazione di Centorizzonti, quello del musicista Claudio Pasceri. La performance costruita in sei movimenti, con un’anticamera e un congedo che li incorniciano, si dispiega come una raccolta di eventi, un’antologia di brani scanditi dal dialogo tra corpo e violoncello. La danzatrice e coreografa Simona Bertozzi, pluripremiata a livello internazionale, e Claudio Pasceri, giovane violoncellista torinese tra i più apprezzati della sua generazione e direttore artistico dell’EstOvest Festival, già ospite di Centorizzonti nell’estate 2020, hanno immaginato un percorso narrativo che contempla musiche per strumento a solo da Johann Sebastan Bach ai giorni nostri, registrazioni storiche di Mahler e Haydn, improvvisazioni, dal vivo e attraverso l’elemento elettronico. La danza e la musica sembra vogliano restituire allo spettatore una prospettiva spaziale e una prospettiva sonora amplificate, nella confluenza del pensiero artistico dei due protagonisti.

Pur rispettando la struttura tipica della suite, con il susseguirsi di preludio, allemande, corrente, sarabande, minuetti, gigue, la tessitura dell’andamento coreografico e musicale intende costruire un paesaggio inedito di compresenze, rimandi e interazioni, che scompagina il confine di un ordine precostituito, incidendo sulla percezione ritmica e temporale delle azioni. Un dialogo tra incisioni e incidenti. Da momenti di ostinazione dello stare a istanti di sospensione ed evanescenza. Dal tratto più individuale al tentativo di perdersi nel molteplice, di sconfinare nell’imprevedibile, Suite Zero afferma la propria natura nel deflagrare del dialogo, tra corpo e violoncello, verso la polifonia, verso la moltiplicazione delle presenze, disseminando sculture sonore e geometrie corporee.

A conclusione è prevista la conversazione dei due artisti con il pubblico.

 

Ivan e i cani, domenica 5 settembre. Il weekend si concluderà al Teatro Duse di Asolo con la prima regionale di Ivan e i cani, una coproduzione Echidna Associazione Culturale e Gioie Musicali – Associazione Musikdrama che riporta nella Marca una giovane eccellenza trevigiana, l’attrice Federica Rosellini, con un reading tratto dal testo di Hattie Naylor (traduzione di Monica Capuani), ispirato ad una vicenda realmente accaduta nella Mosca dei primi anni Novanta. A quattro anni, Ivan Mishukov scappa di casa per fuggire al patrigno violento e alcolizzato e per due anni riesce a sopravvivere facendosi prima accettare, e poi adottare, da un branco di cani randagi. Dormire con gli altri, contro le loro pellicce calde e soffici, è il massimo della felicità. Ma le cose vanno sempre peggio. I poliziotti hanno neutralizzato i cani, prima di cercare di prendere Ivan. Di lì, la sua è una storia triste.

Entrata alla scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta da Luca Ronconi, la trentunenne Federica Rosellini ha debuttato con lui ed è stata sua assistente alla regia. Mentre si stava diplomando è arrivato il premio Hystrio alla vocazione, che le ha permesso di ottenere grande visibilità e le ha portato il primo ingaggio.

Lo scorso giugno ha debuttato nell’Hamlet di Antonio Latella al Teatro Studio Melato del Piccolo, che accompagna il pubblico in un percorso attraverso il testo di Shakespeare, di cui esplora le pieghe più nascoste: nella tragedia è la protagonista, un Amleto donna, perché “l’Hamlet del XXI secolo va oltre la sessualità, oltre la distinzione donna/uomo, per approdare a una condizione altra: nei classici le parole non hanno genitali, volano talmente al di sopra di tutto, da fare la differenza”, come ha avuto modo di spiegare il regista.

Il 5 settembre – ha anticipato Rosellini in un’intervista ad Artemag – debutto ad Asolo con una fiaba nera (mi sto interessando molto all’infanzia), per ora in forma di reading, Ivan e i Cani di H. Naylor (traduzione di Monica Capuani) ed è un testo dell’anima con l’idea di farlo crescere. È uno spettacolo molto commovente che, a mio parere, ci parla dell’oggi”.