“Ancora una volta, in vista del sit in organizzato domani da alcuni comitati in occasione del Consiglio comunale di Mirano, siamo costretti a ribadire quanto ripetiamo da mesi in relazione all’impianto di Fusina” si legge in una nota ufficiale di Veritas. “Prima di tutto non si tratta di un inceneritore ma di un impianto che trasforma in energia il Combustibile derivato dai rifiuti (Css), un materiale – quindi non un rifiuto – che Veritas produce nell’impianto di Fusina dalla trasformazione del rifiuto secco residuo raccolto nel nostro territorio: i 44 Comuni della Città metropolitana di Venezia e Mogliano Veneto (Tv).
E’ un impianto di modeste dimensioni e adeguato al territorio, che rispetterà le severe norme ambientali relative a ogni tipo di emissione. Tanto per fare un paragone, la potenza è metà di quella dell’esistente inceneritore di Padova.
Inoltre, l’impianto di Fusina garantirà la massima sicurezza ed è progettato su più linee, permettendo una gestione flessibile e integrata nel caso diminuisca ancora il rifiuto grazie alla raccolta differenziata e alle migliori tecniche di riciclo, peraltro certificate ogni anno da Veritas.
Nel nostro territorio – da anni all’avanguardia nel trattamento dei rifiuti e nelle differenziate – viene conferito in discarica solo il 3% dei rifiuti e la differenziata supera ormai stabilmente il 70%. 155.000 delle 530.000 tonnellate raccolte ogni anno sono rifiuto secco residuo che diventano, dopo il trattamento, circa 60.000 tonnellate di Css.
Fino a qualche mese fa questo materiale era utilizzato per produrre energia insieme al carbone nella centrale termoelettrica dell’Enel di Fusina. Questo impianto è in fase di riconversione e non riceve più Css, che attualmente viene inviato in Lombardia, con costi crescenti – che ovviamente finiscono nelle bollette dei cittadini – e con il rischio che questa modalità si possa interrompere da un giorno per l’altro.
Nel nostro territorio, quindi, solo il 15% del rifiuto raccolto è destinato alla produzione di energia nel pieno rispetto dell’ambiente: tutto il resto (ben l’82%) è raccolto in maniera differenziata o recuperato attraverso i vari trattamenti.
Purtroppo questo progetto di Veritas – il cui unico scopo è assicurare l’autosufficienza del territorio, evitare rischi ed emergenze legate allo smaltimento dei rifiuti e contenere i costi delle bollette – è stato strumentalizzato politicamente ed è entrato a far parte delle varie campagne elettorali.
Si tratta comunque di un progetto che fa parte del piano industriale di Veritas, approvato dai Sindaci soci, e che ha già avuto l’unanime via libera da parte della Commissione di Valutazione di impatto ambientale della Regione Veneto. Manca solo l’Autorizzazione integrata ambientale regionale, la cui Conferenza dei servizi si riunirà il 9 luglio”.