Il giudice ha ritenuto illegittima l’ingiunzione, sbloccati i fondi. Il sindaco Nardi: «Ora si vergognino, chiederemo i danni». La sentenza tanto attesa è arrivata. Lo fanno sapere gli avvocati del Comune, Fabio Crea e Antonio D’Alesio: «Il giudice dell’esecuzione ha stabilito che, con riferimento all’obbligo che grava in capo all’Ente Comune di Farra in forza della sentenza n. 2189/2013 della Corte d’Appello di Venezia (ossia di versare l’importo accertato di spettanza degli espropriati presso la Cassa Depositi e Prestiti), non sia ammissibile l’utilizzo che è stato fatto da parte degli esecutanti (ossia gli espropriati) dello strumento del pignoramento presso terzi, che dunque deve intendersi decaduto.

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Il giudice ha altresì condannato gli esecutanti (gli espropriati) alla rifusione delle spese di procedura in favore dell’amministrazione esecutata liquidate in 5.000 euro oltre accessori». Cosa significa? Che il pignoramento è decaduto, i fondi del Comune sono sbloccati e l’amministrazione comunale e l’intera comunità possono tirare un sospiro di sollievo. Ma la vicenda non finisce qui, anzi è ancora destinata a proseguire per anni.

«Chi ha creato questa situazione e ha una coscienza deve vergognarsi», tuona il sindaco Giuseppe Nardi, «ha messo in difficoltà classi deboli che non c’entravano nulla il Pip, ragazzi, anziani, scuola materna, ora chi ha creato questa situazione dovrà risponderne». Al momento, la soddisfazione per la pronuncia del tribunale di Treviso e l’accoglimento dell’istanza di sospensione promossa dai legali del Comune, supera la rabbia e le difficoltà vissute in queste settimane. Ma l’amministrazione comunale di Farra di Soligo valuterà se vi sono gli estremi per una richiesta di risarcimento dei danni, che sono stati creati in questo mese.

Il 3 giugno un gruppo di espropriati del Pip di Col San Martino aveva ottenuto il blocco dei conti del Comune, per 3 milioni e 861 mila euro, l’equivalente di quanto attendono da anni per l’esproprio dei loro terreni. A quel punto il Comune è stato costretto a sospendere alcuni servizi, chiudere la biblioteca e il centro di raccolta rifiuti, domandare aiuto all’istituto Bon Bozzola per la distribuzione dei pasti agli anziani. Si è rischiato anche il blocco della scuola materna. Il caso di Farra di Soligo ha avuto un’eco nazionale, sino ad arrivare al tavolo del Ministro dell’Interno Alfano, che aveva comunque escluso il commissariamento.

Farra è stato il primo ente locale pignorato, diventando motivo di dibattito e discussione. «Si era creata una situazione assurda», afferma il primo cittadino Nardi, «la sentenza di sospensiva pronunciata è nella logica di quello che doveva essere. Da domani si riparte e nei prossimi giorni si cercherà di ritornare alla normalità». Il Comune, assistito dall’avvocato Fabio Crea, ha vinto questo round, però il match è tutt’altro che chiuso.

Tre gruppi di residenti attendono dal 1999 il risarcimento per i terreni del Pip di Col San Martino e Soligo. In totale una partita da oltre 11 milioni di euro. La Corte di appello di Venezia in secondo grado, due anni fa, aveva disposto il versamento di quella somma. Il Comune era ricorso in Cassazione. Il resto è storia d’oggi, con le parti sempre più distanti e l’atto di “forza” del pignoramento. «Per disporre della somma pignorata il Comune», aveva spiegato l’avvocato Primo Michielan, legale degli espropriati, quando il 4 luglio era stata rinviata la pronuncia, «dovrà aspettare l’udienza di merito, che non avverrà prima del 2018».

La sentenza della Corte suprema di Cassazione, per mettere la parola fine almeno sulla questione dell’indennizzo sugli espropri, è invece prevista per il prossimo ottobre. I tempi della giustizia però non sono prevedibili e dopo quasi vent’anni è difficile intravedere la luce in fondo al tunnel. Anche gli altri due gruppi di espropriati avevano richiesto il pignoramento dei beni comunali. Si attendono gli esiti anche su questo fronte, che ad ora non possono essere previsti.

 

Gian Nicola Pittalis

Farra di Soligo 1 Farra di Soligo Giuseppe Nardi

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