La Giunta comunale di Venezia, riunitasi oggi, ha approvato, su proposta dell’assessore ai Lavori Pubblici Francesca Zaccariotto, il progetto definitivo comprensivo di quello di fattibilità tecnica ed economica del 3° e ultimo lotto della Cittadella della Giustizia, interamente finanziato con fondi PNRR. L’approvazione di questa delibera consente al Comune di procedere ora a pubblicare il bando di gara dei lavori che, così come stabilito per una parte di progetti finanziati con fondi PNRR, deve avvenire entro il 31 dicembre 2022, con l’impegno di finire i lavori entro il primo trimestre del 2026.
“Lo scorso marzo – spiega Zaccariotto – la Giunta aveva approvato la delibera contenente lo schema di convenzione tra il Comune di Venezia e il Ministero della Giustizia che riconosceva al Comune la progettazione e la realizzazione del terzo (e ultimo) lotto del complesso denominato Cittadella della Giustizia presso l’ex Manifattura Tabacchi a Piazzale Roma con uno stanziamento, a valere sui fondi PNRR, di 30 milioni di euro. In questi mesi e in seguito ad una continua collaborazione tra Comune e Ministero della Giustizia è stato stabilito di incrementare lo stanziamento per la realizzazione dei lavori di 10 milioni di euro, arrivando così a 40 milioni di euro. Un aumento dovuto al rincaro del costo per i materiali e in seguito ad alcuni approfondimenti progettuali. Nello specifico il progetto per la riqualificazione del III Lotto consentirà il recupero di edifici esistenti che coprono un’area di 9mila mq di superficie. In questo modo riusciamo a procedere in quell’importante percorso per assicurare alla giustizia la possibilità di poter operare in spazi adeguati, funzionali e, soprattutto, concentrati in un unico luogo: una condizione di partenza per poter garantire tempi sempre più rapidi e certi che è una delle condizioni necessarie per attrarre investimenti in Città e continuare a garantire condizioni di sviluppo e crescita”.
“Grazie a questa importante delibera, riusciremo a garantire tempi sempre più rapidi e certi alla giustizia – commenta il sindaco Luigi Brugnaro. Dobbiamo assicurare al personale di poter operare in spazi adeguati e funzionali, recuperando al contempo edifici dismessi che appartengono al patrimonio storico-culturale della città. La Giustizia è un bene di tutti ed è fondamentale che vi sia un centro d’eccellenza per tutte le attività giudiziarie che si svolgono a Venezia e che, necessariamente, hanno connessioni con l’intero territorio veneto”.
Nello specifico il Comune di Venezia è proprietario del complesso immobiliare denominato “Ex Manifattura Tabacchi” che oggi comprende 17 edifici i quali, una volta completati i lavori, verranno concessi al Ministero della Giustizia in comodato gratuito con l’obbligo di assumersi l’onere della loro manutenzione ordinaria e straordinaria. I lavori sono stati divisi in tre lotti di intervento.
Il I Lotto (lavori appaltati dal Comune nel 2004), ha riguardato gli edifici n. 3, 5, 6, 8 nonché gli edifici di nuova costruzione denominati 16, 16 bis e 1, 2, 4. Questa parte del compendio è attualmente adibita a sede della Procura della Repubblica, di tutto il settore penale del Tribunale, del Tribunale di Sorveglianza, e di una parte delle sezioni civili della Corte d’Appello, oltre ad archivi.
Il II Lotto, che ha visto i lavori iniziare nel settembre 2020 e con previsione di conclusione entro la fine del 2023, si basa anche sul Protocollo d’Intesa stipulato il 23 gennaio 2018 dal Ministero della Giustizia, Comune di Venezia e Agenzia del Demanio e sulla convenzione attuativa sottoscritta tra il Comune e il Ministero della Giustizia nel mese di febbraio 2021; tale intervento riguarda gli edifici n. 9, 10, 11, 14 e 15, che saranno destinati ad ospitare gli uffici del Tribunale civile e la sede dell’Ordine degli Avvocati di Venezia. Un investimento pari a 23.373.000 euro di cui 5.287.000 finanziati dal Ministero della Giustizia, 5.550.000 con Fondi REACT EU e la restante parte, pari a 12.536.000 euro, grazie alla richiesta da parte del Comune di destinare a questo progetto i fondi destinati alla città dal Bando periferie (Fondi Presidenza del Consiglio dei Ministri).
Il III (ed ultimo) Lotto prevede interventi sugli edifici 7, 12 e 13 e sarà destinato a ospitare la Corte d’Appello settore penale, la Procura Generale c/o la Corte d’Appello (liberando così Palazzo Grimani) e il Tribunale di Sorveglianza (attualmente collocato nell’edificio 16 e che libererebbe spazi per ospitare la II sez. Civile della Corte d’Appello attualmente a Palazzo Cavalli).
Per quanto concerne l’esecuzione dei lavori, con il recupero degli Edifici 7-12 e 13, si prevede una revisione della progettazione degli spazi interni prendendo a riferimento gli stessi elaborati architettonici del Progetto definitivo generale del 2000, già approvato. Rispetto all’originaria soluzione progettuale, vengono apportate delle modifiche al distributivo degli uffici giudiziari che servono a rispondere alle subentrate ed aggiornate esigenze istituzionali così come emerso durante il confronto con il Ministero della Giustizia ed esaminando le specifiche necessità ed istanze.
Il progetto, in accordo con quanto già previsto per il lotto 2, segue una distribuzione prevalentemente “orizzontale” delle diverse funzioni, che vede quindi ciascun settore svilupparsi trasversalmente lungo gli edifici. Tale soluzione permette una più agevole fruibilità e gestione delle attività d’ufficio, in relazione ai vincoli strutturali e di illuminazione imposti dall’edificio. E’ così che le aule e gli archivi trovano collocazione al piano terreno, i servizi amministrativi e le principali cancellerie della Corte d’ Appello vengono organizzate al piano primo, gli uffici dei magistrati di Corte d’Appello e Procura Generale sono collocati al piano secondo, mentre all’ultimo livello trovano collocazione gli uffici amministrativi della Procura Generale.
L’archivio generale sarà invece ubicato al piano terra dell’edificio 13, nel quale saranno ospitate anche le cancellerie e gli uffici del Tribunale di Sorveglianza.
Dal punto di vista architettonico, la necessità di riorganizzare e raggruppare le molte e diverse attività giudiziarie previste ha portato, rispetto all’originario progetto definitivo del 2000, ad un ripensamento dell’impianto distributivo e degli spazi, che vede ora una razionalizzazione degli stessi, con una riduzione al minimo necessario delle superfici funzionali di collegamento, a vantaggio di maggiori spazi propri per le attività giudiziarie.
In tal senso, ed in accordo con quanto già previsto per il lotto 2, discende la scelta di soluzioni tecniche e compositive nuove rispetto al progetto originario, come il pieno recupero dei sottotetti esistenti nell’edificio 7 e la realizzazione della nuova serie di lucernari sulle coperture degli edifici 7 e 13 per far fronte alle esigenze delle maggiori superfici attualmente previste.
Trattandosi di un complesso sul quale è apposto il vincolo di bene culturale, le scelte progettuali sono state approvate dalla Soprintendenza veneziana, sia per gli aspetti paesaggistici che architettonici.