Mobilità di Marca ha pendenti 17 procedimenti penali in attesa di giudizio per fatti analoghi
Giacomo Colladon, presidente di MOM: “Un segnale importante dalla giustizia. Aggressioni, insulti, danneggiamenti: MOM denuncia e va fino in fondo. Chi pensa di farla franca si sbaglia”.
MOM ha reso pubblico l’esito del procedimento penale che ha visto imputato un giovane straniero di 23 anni condannato a 7 mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena, al pagamento di 3mila euro di danni non patrimoniali in favore del verificatore e al pagamento delle spese di costituzione di parte civile, quantificate in 3.420 € più oneri.
L’uomo è stato ritenuto penalmente responsabile dei reati a lui ascritti:
- resistenza a pubblico ufficiale
- oltraggio a pubblico ufficiale
- danneggiamento aggravato.
Era il 12 giugno 2019 quando, nel corso di un normale controllo dei titoli di viaggio a bordo della linea urbana 3, da Treviso a Silea, un agente accertatore chiede al giovane di esibire il titolo di viaggio. L’uomo afferma di essere abbonato ma di non avere il titolo con sé.
Il controllore, dipendente MOM di lunga esperienza, spiega che come previsto dovrà stilare un verbale e che il viaggiatore ha poi 10 giorni di tempo per esibire il proprio abbonamento in una delle biglietterie per il contestuale annullamento del verbale. Chiede, quindi, le generalità al passeggero ma la sua reazione è furiosa: inizia ad urlare e spintonare a spallate per raggiungere la porta, minaccia più volte l’accertatore dicendogli che gliela “avrebbe fatta pagare”…
Il controllore non arretra e, per tutta risposta, per tre volte il giovane gli sputa in volto, poi prende di mira la porta anteriore e a forza di calci la sradica dal binario (costringendo poi il mezzo pubblico a rientrare per manutenzione). All’episodio segue una denuncia presentata dalla parte offesa, difesa dell’Avvocato Mariagrazia Stocco, incaricata da MOM.
Sono trascorsi più di tre anni, ma alla fine si è giunti a sentenza significativa, spiega il legale: “La pena inflitta deve ritenersi congrua in quanto “uno sputo in volto”, lungi dall’essere un fatto di lieve entità, è un gesto tra i più sprezzanti e lesivo dell’onorabilità e della dignità della persona alla quale è destinato, anche più di una offesa verbale“
Commenta il Presidente, Giacomo Colladon: “È giusto che si dia il giusto risalto al fatto che negli ultimi procedimenti penali per aggressioni a nostri verificatori è sempre stata riconosciuta la resistenza a pubblico ufficiale con pene che si stanno alzando così come le richieste risarcitorie. Chi pensa di farla franca si sbaglia, l’Azienda è al fianco dei lavoratori che denunciano e si costituisce in giudizio fino alla sentenza che, prima o poi, arriva e può essere molto dura“.