“Ci risulta – spiega Patrizia Manca, segretaria della Fisascat Cisl Belluno Treviso – che siano rientrate dalla quarantena lavoratrici e lavoratori senza aver effettuato la dovuta profilassi, ossia il tampone. Nessun dipendente è stato preso in carico in sorveglianza sanitaria da parte del medico competente e abbiamo lavoratrici che vanno a lavorare con la febbre e vari sintomi per garantire il servizio. Chiediamo che venga effettuato il tampone a tutte le dipendenti, per tutelare non solo la loro salute, ma anche quella dei degenti dei reparti e del personale sanitario con cui sono costantemente a stretto contatto: ricordiamoci che queste lavoratrici passano di reparto in reparto per fare le pulizie e la sanificazione”.
Molte le segnalazioni fatte dalla Fisascat e dalle Rappresentanti Sindacali Aziendali alla direzione di Rekeep. La prima richiesta, di integrazione di personale per garantire i carichi di lavoro determinati dall’emergenza sanitaria soprattutto nei reparti infettivi, è dello scorso 11 marzo. Dopo qualche giorno, il 17, la Federazione del terziario della Cisl ha chiesto la costituzione del Comitato per l’applicazione e la verifica del Protocollo governativo per il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro, con la partecipazione delle rappresentanze sindacali aziendali, ei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e Rlst. Richiesta alla quale la Rekeep ha risposto annunciando la costituzione di un Comitato centrale e di un sottocomitato per l’intera area del Nord Est con relativo responsabile per la sicurezza. “Risposta inaccettabile – sottolinea Manca – perché da mesi chiediamo il riconoscimento – mai avvenuto – del responsabile per la sicurezza già eletto e operativo al Ca’ Foncello, che conosce tutti i lavoratori e la struttura ospedaliera, e perché il Comitato, così come è stato pensato dal governo e dalle parti sociali, deve svolgere in loco un ruolo di controllo e verifica dell’implementazione delle misure per la tutela dei lavoratori”.
“Le lavoratrici – prosegue Manca – sono al limite delle forze fisiche e psicofisiche e la stessa situazione la vivono i lavoratori occupati nello smaltimento dei rifiuti: tra loro, un operatore risultato positivo al Covid-19 è stato ricoverato. Tutti i lavoratori si sentono abbandonati da parte dell’azienda. La situazione è esplosiva: le dipendenti abilitate alla sanificazione del reparto infettivi sono solo cinque. Cosa farà l’azienda se si ammaleranno queste persone? Da settimane stiamo chiedendo la formazione di altre lavoratrici a quel delicato compito, ma non abbiamo avuto risposta. Qui il problema è di salute dei dipendenti, ma anche di salute pubblica. Abbiamo segnalato la questione anche al direttore del Servizio igiene sanità pubblica e prevenzione della Ulss2, scrivendo che Rekeep non ha messo in atto tutte le procedure utili al contenimento del virus, e alla direzione della Ulss 2. Ora attendiamo risposte concrete. Prima che sia troppo tardi”.