Mogliano fuori dalla città metropolitana, dentro San Vito al Tagliamento, al confine con il Friuli. È solo uno dei tanti paradossi del nuove ente territoriale, che ha preso il via ufficialmente lo scorso 31 agosto con l’insediamento del Consiglio metropolitano, i cui confini sono stati tracciati su quelli della vecchia provincia. Una realtà su cui si sono confrontati ieri sera, in Piazzetta Pellicani a Mestre, il sindaco metropolitano Luigi Brugnaro, il primo cittadino di Treviso Giovanni Manildo e Nicola Pellicani, all’interno della prima giornata del Festival della Politica. A moderare il dibattito Luca Romano.
“Si parte con 44 comuni – avverte subito Brugnaro – ma tutti sappiano che Venezia non ha intenzione di scaricare i propri debiti sulle amministrazioni vicine. La città metropolitana è una speranza in costruzione: dobbiamo dimostrare a tutti che ha un senso, agganciando la specialità di Venezia, cioè l’acqua, a tutto il territorio: acqua salata, acqua dolce, sotterranea, di montagna. Pensare a un’area più vasta in cui tutti trovino il loro vantaggio”. Senza aver paura, sottolinea il primo cittadino, di cominciare anche a parlare di macro regioni, perché la sfida in Europa è tra città e territorio.
“Noi siamo spettatori attenti – dice a sua volta Manildo – di un processo che ha altri attori. È un errore che la città metropolitana coincida con la provincia di Venezia: si tagliano potenzialità. La città metropolitana è responsabilità e prospettiva, un’occasione da non perdere”. E chiede al collega veneziano di invitare come uditori alla stesura delle regole anche “chi vi guarda con interesse dalla finestra”. “Manderò una lettera – risponde pronto Brugnaro – a tutti i sindaci del Veneto, fino a Pordenone”.
Tutti d’accordo sul palco: la città metropolitana deve essere un’area vasta, diffusa, e il sindaco va eletto dalla gente. “Noi sindaci di Treviso – spiega Manildo – cerchiamo di parlarci e mettere insieme le funzioni. Vorrei che questo avvenisse anche con Venezia, città d’acqua. Come Treviso. Quando ero studente dicevo che venivo da una città “near Venice”: è importante che la terraferma porti vantaggi a tutti. La città metropolitana sarà un’occasione per far diventare competitivo il territorio.
Durante il dibattito anche uno sguardo all’attualità con la questione profughi. “Il Veneto è sempre stato – dice Brugnaro, rilanciando l’idea di un convegno internazionale a Venezia sul tema – per l’accoglienza e l’integrazione. Ora però dobbiamo difendere il futuro dei nostri ragazzi. Dobbiamo fermarci e ragionare. Non possiamo accogliere tutti: tutta l’Africa non ci sta in Italia”. “Dobbiamo creare – replica Manildo – un’accoglienza diffusa e distribuita. Piccoli gruppi si gestiscono meglio di grandi numeri. Bisogna fare rete tra amministratori per affrontare il fenomeno in modo serio”.
Tra il pubblico anche un centinaio di partecipanti – molti con le mascherine antismog – del comitato contro la Vallenari bis, strada in costruzione a Mestre, pensata e progettata quando il traffico in città era molto diverso e oggi ritenuta inutile. “Un’opera – chiarisce Brugnaro – che a me non piace e che non avrei fatto. Ma abbiamo trovato il cantiere consegnato: questa amministrazione non ha messo un rigo di penna e non possiamo fare niente per legge”.
Chiara Semenzato