Nella ventesima edizione mostre dedicate al fumetto contemporaneo svedese, al canadese Patrick Kyle e allo spagnolo Ken Sausage

 

Questa edizione del Treviso Comic Book Festival si prospetta la più ricca, entusiasmante e, soprattutto, internazionale di sempre. Per celebrare il ventennale di una kermesse che ha saputo valorizzare l’arte del fumetto, intercettare nuove tendenze e scoprire talenti, sono in programma 13 attesissime mostre che, da una parte guardano alla produzione locale, e dall’altra spostano l’attenzione oltreconfine. TCBF ‘23 si fa quindi interprete di alcuni dei più creativi e interessanti movimenti artistici del momento puntando sul trio di illustratori svedesi di fama internazionale: Bim Eriksson, Moa Romanova e Erik Svetoft; sul canadese Patrick Kyle e sul poliedrico artista spagnolo Ken Sausage.

 

Treviso Comic Book Festival, il Festival Internazionale di Fumetto e Illustrazione, si prepara a inaugurare alcune delle mostre più iconiche della sua storia. Un ventennale che fa prevedere sguardi inediti sul fumetto, nuove scoperte e anteprime internazionali. Riflettori puntati quindi sull’esposizione, ospite a Casa Robegan, dedicata al fumetto contemporaneo svedese, per la quale il festival trevigiano ha ottenuto il “Grant per la promozione internazionale della letteratura svedese” dello Swedish Arts Council. Protagonisti della mostra tre artisti d’eccezione: Bim ErikssonMoa Romanova e Erik Svetoft.

Tre nomi con stili differenti ma accumunati dalla volontà di raccontare con la propria penna gli aspetti più intimi, complessi e, spesso, difficili da accettare dell’essere umano. In scena tre opere recentemente pubblicate in Italia che mettono in luce alcuni risvolti fortemente caratterizzanti della società svedese. Moa Romanova con l’edizione italiana del suo esordio “Goblin Girl” (Add editore), primo fumetto svedese vincitore del prestigioso Eisner Award, parte da sé stessa e dai propri conflitti interiori per affrontare la sua storia personale di ansia e depressione, di dipendenza, di una comunità femminile capace di stringersi e sostenere in un processo di accettazione e di racconto aperto. Bim Eriksson, con la sua prima graphic novel tradotta in italiano, “Baby Blue” (Add editore), si sposta su un mondo distopico, in un futuro immaginario in cui le forze al governo impediscono la tristezza e in cui, anche in questo caso, è salvifica la figura di una comunità coesa e accogliente nella quale rifugiarsi. Una narrazione che ha delle sfaccettature politiche ma che mantiene il focus su una dimensione intima di affermazione e conoscenza di sé. Tra le tre proposte, quella di Erik Svetoft con la sua opera “SPA” (saldaPress), in anteprima proprio al festival, già nominato nella Sélection Officielle del Festival d’Angouleme 2023 e sua prima opera a essere tradotta a livello internazionale, è di certo quella più irriverente. Il suo è un racconto caratterizzato da un umorismo grottesco nel genere horror in cui un luogo pensato per il benessere e la cura personale diventa l’asilo di mostri e creature putrescenti, in una metafora della nostra società e delle nostre aspirazioni e possibilità. L’inaugurazione della mostra è prevista per il prossimo 1° ottobre alle ore 13.30 ma è possibile incontrare Bim Eriksson e Erik Svetoft anche in occasione del loro talk dedicato, sabato 30 settembre alle ore 15 a Palazzo della Luce; quest’ultimo è pronto anche a salire in cattedra per il workshop “Let’s see what happens” poco dopo, alle 15.45 sempre a Palazzo della Luce.

Il Dump di via Bailo è invece la cornice della mostra “Face the void” dello spagnolo Ken Sausage, nome de plume di Cristian Robles, poliedrico artista visivo che mette in scena mondi popolati da personaggi tanto colorati quanto inquietanti. La mostra è una miscellanea retrospettiva che mostra la sua grande abilità di lavorare sia in analogico che in digitale, utilizzando tanti diversi supporti: tele, carta, ma persino tatuaggi e animazioni 2D. I suoi personaggi, dissezionati e rimontati nelle loro componenti in chiave horror e sanguinolenta ma “addolcita” dall’uso del colore, rivivono in mostra in moltissime forme: tra le altre, un ologramma sul palco del locale e i tatuaggi trasferibili realizzati ad hoc per l’inaugurazione e messi a disposizione del pubblico. Quelle di Ken Sausage sono dunque opere scevre di narrazione ma anche di critica sociale, eppure tramite il colore e i soggetti tratteggiano un sentiment diffuso in Europa e dialogano con gli osservatori in chiave assolutamente contemporanea.

Infine dal Canada, sabato 30 settembre, approda direttamente a Spazio Solido la mostra di uno dei rappresentanti più apprezzati nel panorama del nuovo fumetto canadese: Patrick Kyle, fumettista e illustratore di Toronto con “Ten in Goblin Years”. L’esposizione, realizzata in collaborazione con Strane Edizioni, si sviluppa in forma di retrospettiva, toccando le varie fasi stilistiche dell’autore e celebrandone la produzione con serigrafie a tiratura limitata e una serie di originali creati ad hoc per il TCBF. L’artista, oltre ad avere all’attivo 15 libri e un numero quasi incalcolabile di fanzine autoprodotte, è famoso per il suo lavoro come graphic designer per realtà di fama mondiale come Adidas, The New York Times, The Nation, Converse, MIT Technology Review, Bloomberg, CartoonNetwork, Brasserie Dunham e molti altri. Per tutti coloro che si faranno coinvolgere dal suo stile “acceso” è previsto un workshop da lui condotto, “Developing a Meaningful Sketchbook Practice”, domenica 1 ottobre alle 15.