Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. L’antico adagio pare calzare alla perfezione commentando la ricerca Eurconsumers che ha analizzato gli acquisti online degli italiani. Il risultato dell’inchiesta è sconvolgente: su 250 prodotti analizzati, rientranti in 18 differenti categorie merceologiche, il 66% circa è risultato non conforme agli standard europei di sicurezza o addirittura dannoso per la salute.
Una doccia fredda per i consumatori italiani che l’anno scorso hanno speso oltre 36 miliardi di euro negli acquisti online, sfruttando le maggiori piattaforme inseguendo l’affare a basso costo. Un trend in crescita, se si pensa che in soli dodici mesi il volume d’affari è aumentato del 30%, spinto tanto dalla facile accessibilità ai portali tramite smartphone e tablet ma anche da applicazioni dedicate. Ora però l’indagine Euroconsumers getta una luce diversa sulla presunta convenienza dell’acquisto in rete.
Difficile non trovare categorie esenti da critiche o pecche. Si prenda l’esempio dell’elettronica, uno dei comparti maggiormente gettonati: tra caricatori USB, adattori e caricabatterie, il 72% non passa il test standard della qualità (il caro vecchio IMQ) e risulta addirittura infiammabile. E restando in ambito fumo e fiamme, i rilevatori di monossido ed antincendio sono un’autentica fregatura: tra quelli presi in esame, non ce n’è uno di affidabile. Sempre nell’ambito sicurezza, non va molto meglio per chi decide di comprare un casco da moto online: mancanze di omologazione o di conformità sono all’ordine del giorno.
A rischiare parecchio sono i più piccoli. Su 29 giocattoli presi in esame, 9 presentavano un’alta concentrazione di ftalati, sostanze nocive per l’attività cerebrale. Nel vestiario da bambini l’87,5% dei capi risultano mancanti degli standard europei o presentano pericoli evidenti, come cordini e lacci nei pressi del colletto. Non va meglio nemmeno agli adulti: comprare un gioiello online può risolversi in un potenziale choc allergico, visto che il 70% dei preziosi venduti dalle piattaforme web presenta forti concentrazioni di metalli pesanti, cadmio e nichel, tutte sostanze che possono causare seri danni alla salute fino all’intossicazione. Ed anche tra i cosmetici non va molto meglio, se si pensa che il 70% degli sbiancanti per denti superano in maniera esagerata i limiti di perossido di idrogeno.
A destare preoccupazione sono ovviamente i prodotti che arrivano da Paesi estranei alla UE in cui gli standard di qualità e di sicurezza del prodotto sono molto più bassi. La fornitura in grandi quantità ai siti di vendita online rende sì convenienti tali merci ma permette ad elementi nocivi o pericolosi di entrare nelle case degli italiani con il miraggio dell’affare concluso con un clic.
E le piattaforme come commentano? Finora Amazon, uno dei maggiori competitor sul mercato, ha ribadito la validità dei propri controlli interni, sminuendo ovviamente le risultanze dello studio liquidando come episodi isolati e spiacevoli le mancanze sottolineate da Euroconsumers. Silenzio invece da parte dei suoi concorrenti, da Wish a eBay passando per l’intera galassia del web.