Nell’ambito del piano di sviluppo aeroportuale del Canova, di cui si fa un gran parlare ormai da un anno, anche il Comune di Treviso ha voce in capitolo, naturalmente. Come già sappiamo, il progetto iniziale per l’Aeroporto di Treviso prevedeva un incremento dei voli fino a raggiungere un traffico di 5 milioni di passeggeri l’anno; piano poi ridimensionato ad un target di 3/3,5 milioni di passeggeri (comunque un bel balzo in avanti rispetto all’attuale milione e mezzo). Dal canto suo, Ryanair, la compagnia nettamente più attiva sul Canova, ha da qualche mese varato già un incremento dei voli, tra cui diverse nuove tratte verso l’Europa centrale e l’Africa del Nord, come il Treviso-Marrakech. Alla fine, anche Ca’ Sugana è scesa in campo una volta per tutte, inviando le sue osservazioni al Ministero dell’Ambiente. Il testo del documento giunto stamane a Roma è il frutto della collaborazione tra il professor Maurizio Tira, nuovo Rettore dell’Università di Brescia, e gli uffici ambiente, urbanistica e mobilità di Ca’ Sugana.
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Queste le parole introduttive del Sindaco Manildo: “Ciò che abbiamo sempre voluto è un aeroporto sostenibile, e le osservazioni allo studio di impatto ambientale, inviate oggi, vanno in questa direzione. Certamente avremmo preferito una stesura del piano come esito dei numerosi incontri promossi dal Comune di Treviso con Save, Aer.Tre, ENAC, i comuni interessati, i soggetti competenti in campo ambientale, arrivando ad una soluzione condivisa di progetto sostenibile. Invece, tali attività di istruttoria partecipata, non hanno sortito alcun punto fermo e condiviso circa l’equilibrio tra la sostenoibilità ambientale dell’aeroporto, l’opportunità di sviluppo economico del territorio e le esigenze aziendali. Si sono quindi rese necessarie delle osservazioni al piano, partendo dalla necessità di un approfondimento dello stato di fatto, ovvero l’opzione zero. In un’ottica di collaborazione tra Comuni abbiamo anche richiesto il coinvolgimento ufficiale nella procedura di Via dei Comuni di Casier e Preganziol”.
Punto di riferimento per la stima degli impatti ambientali di qualsiasi opera è insomma lo stato di fatto dell’ambiente, valutato nel momento in cui si operano le stime e si svolgono le valutazioni ex ante. Per il Comune di Treviso il ‘punto zero’ di ogni considerazione sono quindi i 16mila e 300 voli stabiliti dal Ministero dell’Ambiente nel 2007 confermati dal Tar Veneto e poi dal Consiglio di Stato. A partire da questo presupposto si snodano tutte le riflessioni del Comune dal punto di vista viabilistico, ambientale e urbanistico.
Così ha parlato l’Assessore ai Beni Ambientali Luciano Franchin: “Sul tema ambientale le proposte del piano di sviluppo aeroportuale mostrano un aggravio in tema di rumore e di inquinamento. Risulta inaccettabile l’ipotesi di un aumento dei decolli verso Treviso, così come appaiono fortemente penalizzanti per l’ambiente le nuove procedure proposte: gli aerei per decollare verso Treviso dovranno prima percorrere la pista verso Quinto, 2 km e mezzo, e poi ripercorrerla con i motori a pieno regime per decollare verso la città per impostare le nuove virate previste. Il nuovo piano di sviluppo poi non parla di concrete e valide compensazioni e mitigazioni ambientali”.
Questo, invece, il commentto dell’Assessore all’Urbanistica Marina Tazzer: “L’osservazione del Professor Tira anche sul piano urbanistico come su quello ambientale sottolinea come ogni eventuale sviluppo ulteriore non possa prescindere dal mettere a posto il passato. La viabilità è tale e quale a quella del 2000, quando i passeggeri erano un decimo degli attuali e non è adeguata a ciò che si vuole ottenere con lo sviluppo dell’aeroporto. La grande omissione è quella relativa allo sviluppo del trasporto pubblico locale. Inoltre va detto che lo sviluppo dell’aeroporto penalizza significativamente lo sviluppo del territorio, in particolare delle aree sottoposte al piano di rischio. Non solo le attività private, ma anche gli interventi di pubblico interesse o pubblici”.
La preoccupazione per il Comune di Treviso, in definitiva, è quella di rispettare il limite dei 16mila e 300 voli. Un limite che Ryanair è già pronta a sforare…