“Venezia è una città sicura e sotto controllo, grazie anche alla collaborazione con le altre forze di polizia che operano sul territorio e sull’intera area metropolitana. I nostri cittadini possono stare tranquilli”. Queste le parole del comandante della Polizia locale di Venezia, Marco Agostini, all’indomani dell’episodio di violenza accaduto a Rialto e che ha visto l’aggressione di una giovane guida turistica veneziana, e di un uomo di 50 anni accorso in suo aiuto, da parte di tre ragazzi dell’hinterland fermati nella tarda serata di domenica al culmine di una complessa attività di indagine, portata a termine grazie all’ausilio di tutte le pattuglie in attività e al sistema di videosorveglianza della centrale operativa del Tronchetto che ha consentito di seguire i movimenti dei responsabili e consentirne il loro fermo prima che lasciassero la città.
I dettagli dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte anche il capitano della Compagnia Carabinieri di Venezia, Giovanni Rubino, che ha illustrato il ruolo dei militari nei minuti precedenti al pestaggio ai piedi del Ponte di Rialto e il commissario capo e responsabile del Servizio di sicurezza urbana della Polizia locale, Giovanni Franzoi.
“Intorno alle 19.30 di domenica – ha spiegato Agostini – la Questura di Venezia riferiva alla nostra sala Operativa che un cittadino era stato vittima di un’aggressione nelle vicinanze del Ponte di Rialto. Sul posto è stata inviata una pattuglia del Servizio sicurezza urbana per i primi accertamenti. Circa un’ora più tardi, intorno ale 20.40, una seconda persona ha contattato la sala operativa del Corpo affermando di essere stata a propria volta vittima di un’aggressione, sempre nelle vicinanze del ponte di Rialto. Si trattava di una guida turistica che stava seguendo un tour virtuale della zona. La guida, secondo il suo racconto, avrebbe redarguito alcuni ragazzi che stavano urinando ai piedi del ponte. Uno di questi, per tutta risposta, avrebbe colpito la vittima, un 26enne veneziano, facendola cadere a terra. In soccorso dell’aggredito è sopraggiunto un secondo cittadino veneziano, un uomo di 50 anni, a sua volta aggredito e gettato per terra sempre dallo stesso aggressore che aveva colpito la guida pochi minuti prima”. Per l’uomo sono state necessarie le cure mediche all’ospedale, la diagnosi è di trauma facciale e lombare e la lussazione a un dito, per un totale di 20 giorni di cure.
Intorno alle ore 21 i tre responsabili dell’aggressione sono stati fermati grazie a un lavoro coordinato con la centrale operativa e a seguito di una perlustrazione ad ampio raggio del centro storico, di piazzale Roma e della stazione di Santa Lucia con tutte le pattuglie disponibili. Le attività d’indagine hanno consentito l’individuazione del 20enne, autore dell’aggressione, e di altri due ragazzi (18 e 19 anni) che lo accompagnavano. Dalle immagini del sistema di videosorveglianza è risultato che l’aggresisone è avvenuta ai piedi del Ponte di Rialto, lato San Polo. Il terzetto è stato ripreso da sei telecamere. Verso le ore 21, il personale della Polizia locale in servizio a Piazzale Roma ha notato tre ragazzi, corrispondenti a quelli segnalati grazie alle riprese, transitare a bordo di un autobus di linea Actv in direzione Mestre. Da qui l’inseguimento che ha consentito a una pattuglia di raggiungere l’autobus sul cavalcavia Rizzardi. Una volta all’interno del mezzo gli agenti hanno individuato il terzetto e proceduto all’ identificazione degli aggressori. Per il 20enne, autore materiale dell’aggressione, è scattata la denuncia per lesioni volontarie aggravate.
“I militari – ha spiegato il capitano dei carabinieri Giovanni Rubino, a seguito di alcune illazioni sul mancato intervento nei minuti precedenti all’aggressione – di ritorno da un presidio anti assembramento in campo Bella Vienna, pur oltre il loro turno di lavoro e con grande spirito di servizio hanno deciso, dopo aver sentito un gran vociare e volendo evitare episodi più gravi, di avvicinarsi in zona Rialto dove tre ragazzi, verosimilmente in stato di ubriachezza, stavano giocando con i loro telefoni. Invitati a tenere un comportamento corretto, i ragazzi si sono scusati con i militari seguendo le indicazioni ricevute. Solo successivamente si è saputo che gli stessi tre, poco dopo, sono tati i responsabili dell’aggressione”. Probabilmente, questa l’ipotesi, convinti che l’intervento dei carabinieri fosse stato sollecitato proprio dalle due vittime.
“Venezia è una grande città, con tutti i problemi delle grandi città – ha aggiuto Agostini – Ha una dimensione metropolitana e gli episodi spiacevoli, come quello di ieri, possono succedere. Ma Venezia è anche e soprattutto un modello di sicurezza, basato sul coordinamento e sulla collaborazione costante tra il Comando di Polizia locale e tutte le altre forze di polizia che operano su tutto il territorio, lo dimostra quanto è stato fatto negli ultimi mesi relativamente alle aggressioni e ad altri episodi avvenuti in città e per i quali siamo stati in grado di individuare e assicurare alla giustizia i responsabili”, ha concluso il comandante citando le indagini condotte sulla rissa in Campo Bella Vienna dello scorso 12 dicembre, quelle sul danneggiamento dei contenitori Veritas in via Piave, a Mestre, la notte di Capodanno, poi ancora l’esito delle indagini a seguito della rissa in Riviera XX Settembre di due settimane fa che ha portato all’individuazione di sei giovani e infine l’ultimo caso, avvenuto sabato pomeriggio, del cittadino bengalese autore dell’aggressione ai danni dell’autista di un tram, che stamattina è comparso davanti al giudice ed è stato raggiunto da una condanna di 6 mesi di reclusione con pena sospesa e divieto di dimora. Infine sono state ricordate le operazioni antidroga della Polizia locale che solo nell’ultimo mese hanno portato al sequestro di quasi 8 chili di droga.