Il fenomeno delle baby gang sta assumendo proporzioni allarmanti in Veneto, suscitando crescente preoccupazione tra i cittadini e le autorità. Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha recentemente lanciato un appello per un’azione coordinata e decisa contro questa emergente minaccia sociale.

Cronaca recente e preoccupazioni

L’urgenza dell’intervento è stata sottolineata da recenti episodi di cronaca nera. A Padova, due giovani “bulle” hanno aggredito una ragazza in pieno centro, mentre a Treviso, la squadra mobile ha identificato una baby gang composta da sette ragazzi tra i 15 e i 18 anni, responsabili del pestaggio e della rapina di un venditore di fiori. Questi incidenti sono solo gli ultimi di una serie inquietante che sta mettendo in allarme l’intera regione.

L’appello di Zaia

Il Governatore Zaia ha evidenziato la necessità di un approccio multifaceted per affrontare il problema:

  1. Responsabilità familiare: Zaia ha proposto di responsabilizzare le famiglie, suggerendo che i danni causati dai minori debbano essere risarciti dai genitori.
  2. Coraggio civile: Ha esortato i cittadini a denunciare situazioni sospette e i giovani a vigilare sui comportamenti dei loro coetanei.
  3. Severità: Il Presidente ha sottolineato la necessità di un approccio più severo nella gestione di questi casi.
  4. Prevenzione dello spaccio: Zaia ha espresso preoccupazione per il potenziale sfruttamento di queste gang da parte del mondo dello spaccio di droga.

Risposte dalla società civile

L’appello di Zaia ha trovato eco in varie organizzazioni della società civile:

  • CEIS Treviso: Luca Sartorato, presidente di CEIS, ha sottolineato l’importanza della prevenzione, specialmente nelle scuole, per combattere l’uso di stupefacenti tra i giovani.
  • Volontarinsieme: Anna Corò, presidente di questa rete di associazioni di volontariato, ha enfatizzato la necessità di un approccio coordinato e organizzato, citando progetti come “Sconfinamenti” e “Giovani in Centro” come esempi di iniziative già in corso.

Analisi delle cause

Le cause di questo fenomeno sono molteplici e complesse. Zaia ha menzionato possibili fattori come il disagio sociale, la perdita di rispetto per il prossimo, carenze educative in famiglia e a scuola, e gli effetti negativi del periodo post-Covid.

Chiamata all’azione collettiva

Il messaggio centrale di Zaia e delle organizzazioni civili è chiaro: per affrontare efficacemente il problema delle baby gang è necessario uno sforzo collettivo che coinvolga istituzioni, forze dell’ordine, famiglie, scuole e l’intera società civile.

La situazione veneta riflette quella nazionale

La situazione in Veneto riflette una problematica più ampia che sta emergendo in molte parti d’Italia. L’approccio proposto da Zaia, che combina prevenzione, educazione, responsabilità familiare e un’azione coordinata della comunità, potrebbe fornire un modello per altre regioni alle prese con sfide simili. Tuttavia, come sottolineato da Anna Corò, sarà cruciale tradurre queste intenzioni in azioni concrete e coordinate per ottenere risultati tangibili nella lotta contro il fenomeno delle baby gang.