Effetti della siccità in un campo (foto d'archivio)
Effetti della siccità in un campo (foto d'archivio)

Tanto tuonò che piovve. A giugno allarme siccità. Non pioveva da mesi. I bacini idrici erano a secco. E si cominciava a pensare alla turnazione per l’irrigazione. Erano state fatte ordinanze per non annaffiare orti e giardini e limitare lo spreco di acqua. E finalmente dal cielo pioggia, ma anche grandine e bombe d’acqua. Tra giugno e luglio si sono alternati periodi di grande afa e caldo a piogge abbondanti. Insomma. Il mondo dell’agricoltura e non solo, a Nord Est ha potuto tirare un sospiro di sollievo. «Nessun allarme, bacini pieni» dicono dal Consorzio Piave. E ancora «I laghi montani sono al 95 per cento, basta e avanza». A garantire agli agricoltori l’acqua è sostanzialmente il Piave. Tra laghi e affluenti, è diventato il fiume al quale attinge l’agricoltura fra Treviso, Belluno e Venezia, mentre il bacino più a rischio resta quello dell’Adige. Il Consorzio Piave, che  distribuisce in quasi tutta la provincia di Treviso l’acqua del Piave, non esclude che il problema dell’approvvigionamento ci sia. “Se ne può discutere. Ma è la Regione che stabilisce il minimo vitale che dev’essere rilasciato per il fiume. Noi rispettiamo regole che ci vengono imposte”, dicono dal Consorzio. Le riserve idriche del consorzio sono principalmente tre: il lago di Santa Croce, con una capacità di 69 milioni di metri cubi; il lago di Centro Cadore, a Pieve di Cadore, con 39 milioni di metri cubi; i laghi del Mis, da 22 milioni di metri cubi. Da qui fiumi e canali artificiali, come il canale di Ponente, portano l’acqua nelle campagne di quasi tutta la provincia. Nonostante un inverno in cui non è nevicato i laghi sono pieni. «L’ultimo monitoraggio della scorsa settimana, ci ha detto che i tre laghi sono al 95%, pertanto ora non abbiamo alcun problema di approvvigionamento», aggiunge Romano. Ma la riduzione degli sprechi è un diktat anche per il Consorzio Piave. «Gestiamo le acque con il bilancino quotidianamente, dialogando con l’Enel, garantendo il deflusso vitale del Piave, e garantendo che i laghi restino pieni. Perché nel Bellunese hanno un uso turistico, che non possiamo dimenticare». Il consorzio Piave garantisce l’approvvigionamento a 100 mila ettari di campi, «grazie a una gestione oculata, che facciamo da anni. E’ grazie a questo che non abbiamo problemi di siccità», conclude il presidente del Consorzio. Negli ultimi anni è andato diffondendosi il sistema pluvirriguo, che dov’è stato realizzato, ha sostituito i vecchi sistemi: meno sprechi e più efficacia. Ma ci sono voluti vent’anni. Se ne parlava già dalla fine degli anni 80, ma solo nell’ultimo periodo è iniziata la sua concreta diffusione sul territorio.