L’ansia sociale (detta anche fobia sociale o sociofobia) è una forma di paura invalidante- catalogata dal manuale Msd tra i disturbi di ansia e stress– capace di compromette la qualità della vita e le relazioni con gli altri.
Chi ne soffre ha talmente tanto timore di sentirsi in imbarazzo da evitare qualsiasi situazione ritenuta “a rischio”, pur sapendo in cuor suo che quest’ansia è eccessiva.
Ansia sociale: età di esordio
Si stima che ne soffra circa il 13% della popolazione, con un’incidenza maggiore tra le donne. C’è chi mostra una spiccata timidezza fin dall’infanzia e chi, invece, sviluppa simili difficoltà sociali dopo l’adolescenza. Difficilmente capita in età avanzata.
Inoltre, sembra essere uno dei tanti strascichi legato all’esperienza della pandemia. In questi mesi, infatti, l’ansia post-Covid si è manifestata in tanti modi: c’è chi continua ad evitare gli spazi aperti o molto affollati e chi, invece, disinfetta tutto in modo quasi ossessivo.
Le tipologie di fobia sociale
Il manuale Msd la suddivide in due categorie: quella correlata alla performance e quella generalizzata.
Semplice: ci sono persone che manifestano una forte ansia al pensiero di svolgere una determinata attività in pubblico, mentre la medesima azione di fatto non comporta nessun tipo di problema se viene svolta senza testimoni.
Generalizzata: si parla, invece, di ansia sociale generalizzata quando tale disagio non è limitato a determinate e specifiche situazioni. In questo caso, dunque, il soggetto può sviluppare una vera e propria paura delle persone che lo porta a limitare sempre di più le occasioni di incontro con gli altri, fino a compromettere la propria qualità della vita.
I sintomi
Quando si trova in una situazione che percepisce come critica, la persona parla troppo velocemente o balbettando, suda, sente brividi e palpitazioni, ha il fiato corto, arrossisce, percepisce i crampi allo stomaco o un senso di nausea.
Tuttavia, non basta mostrare questi sintomi in modo sporadico per ricevere una diagnosi di ansia sociale. Il medico, infatti, si esprime in tal senso se la sociofobia si manifesta per più di sei mesi, in una o più situazioni sociali e in misura sproporzionata rispetto al pericolo reale.