Un'antenna Iliad (foro di repertorio)

Una lettera al presidente del Veneto Luca Zaia, inviata direttamente dai cittadini. E un nuovo sollecito di Adico al sindaco di Marcon, per poter accedere agli atti e per richiedere una verifica dei livelli di elettrosmog. Tradotto, la battaglia dei cittadini di Marcon e di Adico contro la maxi antenna Iliad collocata vicino alla rotonda Ovest, non si ferma e, anzi, si rafforza di fronte al sostanziale silenzio da parte delle istituzioni. Il ripetitore, lo ricordiamo, è “apparso” lo scorso 25 gennaio, fra lo sgomento dei residenti. Da quelle parti abitano molte famiglie con figli piccoli e anche per questo i cittadini di Marcon hanno da subito protestato con veemenza, organizzando pure una manifestazione alla quale hanno partecipato tanti cittadini. “Il nostro ufficio legale – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – si è da subito mosso per chiedere al sindaco di Marcon tutta la documentazione relativa a concessioni e permessi per l’installazione del ripetitore. Il sindaco ha risposto a mezzo stampa ma ancora oggi la nostra associazione non ha ricevuto la documentazione richiesta. I cittadini, sempre più preoccupati, hanno deciso di scrivere anche al presidente del Veneto Luca Zaia. Per ora nessuna risposta neppure da lui. Noi abbiamo deciso di procedere con un nuovo sollecito nei confronti del primo cittadino”. Il problema delle antenne e in particolare della nuova tecnologia 5G è sempre più diffuso. Le antenne nascono come funghi e la legislazione (vedi il decreto semplificazioni) concedono pochi margini di manovra a chi vuole opporsi. In questo caso, le famiglie che stanno protestando contro la maxi-antenna Iliad, molto impattante anche a livello estetico, chiedono di trovare un altro terreno dove posizionarla, anche perché a Marcon non mancano gli spazi agricoli lontani dalle abitazioni. “I cittadini erano ignari di tutto – prosegue Garofolini – e questa è una cosa profondamente ingiusta anche perché si sa ancora poco sui possibili effetti nocivi dell’elettrosmog ed è naturale che i genitori siano preoccupati per i figli. Non solo. Nel Comune ci sono altri nove ripetitori, che ci sembrano già abbastanza. Era proprio necessaria collocarne un altro?”