Approvata dalla giunta la prima variante al piano degli interventi con importanti modifiche in tema di tutele, monetizzazione e semplificazione

Il documento approderà a fine giugno in consiglio comunale

 

È stata approvata dalla Giunta la prima variante al Piano degli Interventi, documento che approderà in Consiglio comunale a fine giugno. Si tratta di un primo passaggio fondamentale per la riforma dello strumento urbanistico che finora era stato corretto mediante le osservazioni. Fra i temi innovativi ci sono le tutele: è stato infatti introdotto uno specifico grado di protezione per le architetture del Novecento, rafforzata la tutela per la Città giardino, in particolare per il verde, assimilandola alle aree scoperte degli immobili tutelati e prevista, anche per il centro storico – con riguardo agli edifici non tutelati – la possibilità di demolizione e ricostruzione con parere del Consiglio Comunale. Inoltre è stata rafforzata la previsione che gli interventi rispondano ad obiettivi di qualità e correttezza dell’inserimento urbanistico ed architettonico oltre alla possibilità di inserire architetture contemporanee in zona agricola purché con riferimenti motivati alle tipologie tradizionali e il corretto inserimento nel contesto.

Altro tema di particolare importanza è la monetizzazione, mezzo propedeutico al recupero di ambiti complessi, spesso collocati in aree difficoltose e centrali, dove risulta talvolta impossibile il reperimento degli standard. Limiti che comprimono le trasformazioni, le riqualificazioni, i cambi di destinazione nell’intero ambito urbano facendo ristagnare un tessuto obsoleto ed inadatto ad una città che ambisce a principi di eco-sostenibilità. L’istituto è applicabile sempre su richiesta del privato qualora nell’ambito oggetto di intervento venga dimostrata l’impossibilità di reperire lo standard richiesto e laddove le opere non dovessero risultare funzionali all’uso pubblico.

Per quanto riguarda la salvaguardia di assi commerciali/pedonali è stata inserita una tutela dei fronti degli edifici sugli spazi pubblici al piano terra, principalmente dei fronti commerciali, per garantire la qualità architettonica del centro storico. La previsione segue infatti la necessità di governare la trasformazione dei piani terra in garage, in caso di mutamento rispetto all’origine commerciale, per consentire o favorire l’insediamento di residenze e, al contempo, evitare interventi che propongano accessi carrai in posizioni inopportune.

Nondimeno, la prima variante introduce novità in tema di semplificazione: viene superato l’obbligo dell’atto di vincolo di non edificazione nelle zone residenziali reso con atto pubblico, togliendo così un onere per i cittadini. In secondo luogo, è stato eliminato l’obbligo generalizzato di predisporre una specifica “Relazione per la qualità ambientale e la sostenibilità dell’intervento”, prevedendo che i temi tutelati dal piano siano comunque valutati e descritti, se previsti, inserendoli nell’ambito della relazione tecnica illustrativa dell’intervento. Per le casette da giardino si introduce invece una semplificazione, ampliando la previsione di realizzazione in regime di edilizia libera fino a 10 metri quadrati (soglia oltre la quale detti manufatti si computano come volume), in luogo della precedente suddivisione (fino a 4 metri attività edilizia libera, fino a 10 metri quadrati con SCIA). Infine, sono previste facilitazioni nella chiusura di logge e balconi con la reintroduzione nelle zone B e C della possibilità di chiusura con verande di logge e balconi di uso esclusivo, in quanto in origine già computate come volume.

Così l’assessore all’Urbanistica Linda Tassinari: «Tale atto deliberativo prosegue il percorso di variante allo strumento urbanistico iniziato dall’Amministrazione con la risposta alle osservazioni, con la redazione del documento del Sindaco, e che prosegue ora con una sostanziale prima variante normativa contenente importanti innovazioni che verteranno su temi afferenti le tutele per edifici di pregio e di nuove aree da salvaguardare, l’inserimento dell’istituto della monetizzazione oltre ad una revisione e una nuova disciplina della tutela e della gestione delle attività negli assi commerciali, sburocratizzazione delle procedure e più in generale semplificazioni e revisioni di limiti presenti nelle norme».  «Si tratta di una fase che terrà conto anche di alcune delle istanze raccolte negli avvisi avviati lo scorso anno, che troveranno celeri risposte, in attesa di redigere e di comporre in tempi rapidi, la successiva variante generale», aggiunge Tassinari. «Si tratta di processi complessi che vanno ben ponderati e di cui vanno valutate le ricadute sul territorio in modo totalizzante. Ambiti ad oggi gestiti da uno strumento, quello ereditato, redatto con metodi limitativi per una gestione moderna e ambiziosa di una città che deve progredire in modo organico, avendo cura di tutelarne il territorio, il patrimonio edilizio esistente e di nuova costruzione, con il fine di salvaguardarne la qualità, il bello e gli archetipi presenti che fanno di Treviso una città da valorizzare».

La Giunta ha inoltre approvato l’apertura del nuovo sito Archi Urban Center Treviso (http://www2.comune.treviso.it/archiurbanpoint/), portale che ha come obiettivo la divulgazione del processo di trasformazione della Città di Treviso, attraverso la partecipazione e la comunicazione di un programma di attività orientato a stimolare l’attenzione su temi urbanistici e di altra natura di una città contemporanea e del suo territorio. Il sito web realizzato completamente dal personale del Comune di Treviso ha come finalità la progettualità, programmazione e trasformabilità del territorio (recente, attuale e futuro), la condivisione delle problematiche della sostenibilità, dell’ambiente e del territorio e della sua trasformabilità, nonché di tematiche architettoniche, urbanistiche ed ambientali, l’ascolto della cittadinanza tramite l’interfaccia dell’attività sul sito web e la creazione di un collegamento diretto tra professionisti e cittadini tramite l’istituzione di un tavolo tecnico permanente di divulgazione delle vari fasi di crescita e sviluppo della città.  «L’Archi Urban Point di Treviso basa la propria metodologia sulla partecipazione sociale nei processi di innovazione e sviluppo sostenibile in ambito comunitario, mediante il coinvolgimento degli abitanti, la loro partecipazione democratica nelle scelte legate al miglioramento della vita comune, con il fine di raggiungere accordi congiunti sui programmi di rigenerazione urbana di successo», sottolinea l’assessore Tassinari. «Il fine di tale metodo è la ricerca di un accordo tra i diversi gruppi di portatori di interessi in ambito locale, con l’obiettivo del raggiungimento di una definizione consensuale di città sostenibile. L’Amministrazione, grazie a questo strumento, diventa fautrice di un canale divulgativo idoneo a favorire un confronto attivo con le competenze tecniche, sia locali che nazionali degli stakeholders e dei cittadini».