Questa mattina, giovedì 7 dicembre, un gruppo di attivisti del clima ha imbrattato la Basilica di San Marco a Venezia.
Il gesto è stato compiuto da alcuni aderenti alla campagna Fondo Riparazione, promossa da Ultima Generazione, i quali hanno gettato del liquido contenente fango e Nesquik sulla facciata laterale destra della Basilica e sulle colonne.
Pressoché unanime la condanna del gesto.
Ecco alcune delle reazioni da parte del mondo politico.
Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia:
“Un gesto gravissimo e vergognoso che condanniamo fermamente! Ora basta, è legittimo esprimere il proprio dissenso, ma sempre rispettando la legge, il nostro patrimonio culturale e religioso Sulla difesa dell’ambiente la nostra Città opera con azioni concrete. Non è certo il vandalismo il metodo corretto per trovare soluzioni”.
Luca Zaia, Presidente della Regione del Veneto:
“Esprimo la più ferma condanna per l’azione intrapresa poco fa da alcuni attivisti per il
clima che hanno imbrattato con del fango l’esterno della Basilica di San Marco, a
Venezia, uno dei simboli della cultura, dell’architettura, della fede nel mondo. Quando
la protesta, anche la più condivisibile, come la preoccupazione per i cambiamenti
climatici, trascende in azioni come queste, che deturpano e danneggiano, anche solo
temporaneamente, un’opera d’arte dal valore immenso per la comunità veneziana e
non solo, non può che essere fermamente biasimata. Rispetto al massimo le proteste democratiche di tutti, soprattutto se riguardano temi così significativi come quelli ambientali. Abbiamo appena concluso la COP28 e mi sembra che grandi segnali non siano emersi, ma questo non giustifica azioni con cui si imbrattano edifici come la Basilica di San
Marco. L’imbrattamento comporta, tra l’altro, una serie di conseguenze per il ripristino
dei monumenti che contribuiscono ad aumentare le emissioni di Co2: per gli operai
che dovranno spostarsi per ripulire, per l’energia elettrica impiegata, per i macchinari
che verranno azionati. È davvero un controsenso: le proteste vanno fatte in maniera
rispettosa, non solo della proprietà altrui ma anche del clima”.
Renato Brunetta, Presidente del Cnel e della Fondazione Venezia Capitale mondiale della sostenibilità:
“No al teppismo e allo sfregio del patrimonio artistico e dei simboli del nostro paese nel mondo intero. Per questo l’azione degli attivisti per il clima, che hanno imbrattato col fango una parte della facciata della Basilica di San Marco a Venezia, va condannata senza attenuanti e i responsabili adeguatamente puniti. Non c’è altro da dire”.
Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale del Veneto:
“Guerra giusta, battaglia con obiettivi e metodi di ingaggio tragicamente sbagliati. E a sbagliare gli obiettivi e i modi di combattimento la guerra si perde. Imbrattata e imbruttita vien da dire. Imbrattare, e imbruttire, la Basilica marciana non è una protesta ma un insulto, un atto degenerato e come tale va trattato. Per quanto le ragioni della protesta siano importanti e per molti aspetti condivisibili, si è superato ogni limite di decenza nella contestazione. Non possiamo poi dimenticare che proprio il Veneto è tra le poche regioni italiane ad aver avviato una straordinaria opera di difesa del territorio per affrontare i rischi idrogeologici mentre il Mose è riuscito a salvare Venezia dall’acqua alta nonostante giorni e giorni di maree eccezionali: sappiamo bene che dovremo affrontare sfide epocali e non solo davanti ai cambiamenti climatici e per quanto è stato nelle nostre possibilità non ci siamo sottratti a questo impegno. Il problema sollevato da Ultima Generazione è ben presente, ma non è andando in giro inzozzando monumenti o opere d’arte che si sensibilizza l’opinione pubblica, che ha bisogno di sollecitazioni ma anche di motivazioni e spiegazioni serie e pacate. Con queste spettacolarizzazioni, il rischio di ottenere l’effetto contrario, e tra l’altro, mettere in difficoltà chi cerca realisticamente di fare qualcosa con scarsissime risorse a disposizione, è enorme”.
Gabriele Michieletto e Roberta Vianello, consiglieri regionali veneziani di Lega – LV:
“E’ assolutamente vergognosa l’azione dei sedicenti ‘attivisti climatici’ che in realtà sono solo dei poveri teppisti, che oggi hanno deturpato le preziosissime mura della Basilica di San Marco a Venezia, simbolo mondiale dell’arte, della cristianità e della Serenissima. È questo un gesto da condannare in toto e fatto soprattutto in dispregio di una città patrimonio mondiale Unesco. Sparare del fango misto a liquido nero da un tubo per protestare contro il clima contro una struttura architettonica e di immenso valore artistico è da delinquenti non da ambientalisti. Fango sparato con gli estintori. Ma siamo pazzi? Contro la Basilica di San Marco che è appena stata restaurata. Un manufatto incredibilmente prezioso c- proseguono i consiglieri – che ha resistito ai secoli, all’acqua alta, agli incendi, alle invasioni e rischia di essere sporcata da un branco di presunti ambientalisti che amerebbero a loro dire l’arte, la cultura e l’ambiente. È arrivato davvero il momento di dire basta a chi deturpa la capitale dei Veneti e della Serenissima, con scritte sui muri, tuffi in canal Grande e nei canali, pic – nic improvvisati. Questa città deve avere il massimo rispetto da parte di chi ci entra. Di recente è stato approvato il Ddl in Consiglio dei Ministri contro i vandali che deturpano i monumenti. Ci saranno finalmente sanzioni pesanti. Chi rovina o deturpa deve pagare di tasca propria”.
Lucas Pavanetto, consigliere regionale del gruppo consiliare Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni:
“Non si tratta di attivismo o sensibilità ma di inutile vandalismo e sfregio usando come palcoscenico monumenti e opere d’arte. Povertà di idee e fanatismo ecoambientalista fine a sé stesso sono un mix pessimo, che può trovare visibilità solo con azioni che nulla hanno a che vedere con il dialogo e l’analisi seria di questioni fondamentali che interessano tutti. Come tutti – prosegue il consigliere – siamo interessati all’ambiente, in quanto patrimonio vitale da rispettare, stessa cosa andrebbe fatta per i monumenti e i luoghi di culto, che vengono usati per visibilità e non rispettati. Come si può pensare che chi non rispetta un patrimonio collettivo d’arte, cultura e fede poi abbia un approccio sincero e corretto verso i temi ambientali? Si tratta di manifestazioni ad alto impatto ma scarsi contenuti sempre più numerose, per questo solleverò la questione all’interno del gruppo di Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni per capire quali strategie mettere in campo attraverso il Consiglio regionale a tutela del patrimonio di Venezia e per arginare queste azioni che abusano della città per dare visibilità agli eco deliri”.
Marco Dolfin, consigliere regionale del gruppo Lega Veneto:
“Quanto commesso da questo gruppo di attivisti per il clima è grave e inaccettabile. A maggior ragione perché consumato su un edificio importante e simbolico come la Basilica di San Marco da poco restaurata. E oltretutto in una città tanto bella quanto fragile come Venezia stessa. Condanno fermamente l’azione di questo gruppo di attivisti per il clima, che non può essere in alcun modo scusata da una causa giusta come l’emergenza climatica. Questo atto di vandalismo segue peraltro numerosi altri sfregi verso l’immagine e il patrimonio della città, come i borseggi e i vandalismi di certi turisti maleducati, e spero venga perseguito con la dovuta severità”.
Piero Fassino, deputato del Partito democratico del collegio di Venezia:
“Non è imbrattando la Basilica di #SanMarco che si conquisteranno consensi alla causa ambientalista. Le provocazioni hanno senso se raccolgono consenso, altrimenti sono una inaccettabile dimostrazione di arroganza e inciviltà”.
Arturo Lorenzoni, Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale del Veneto:
“Gli attivisti del clima arrivano a farsi arrestare per essere ascoltati. Questi giovani cercano di attirare in tutti i modi la nostra attenzione e sollevano un tema importante, ma con modalità che non possiamo che condannare. L’urgenza di un’azione a mitigazione e adattamento al cambiamento climatico è reale, ma cercare visibilità in questa maniera non è la strada da percorrere per portare l’opinione pubblica a condividere una politica di transizione. E’ vero che, come dicono questi giovani, non fanno danno, ma offendono il nostro senso del bello e della storia. Credo che la loro causa, che condivido, debba essere sostenuta in modo differente”.
Jonatan Montanariello e Francesca Zottis, consiglieri regionali del Partito Democratico:
“Non si capisce davvero come degli attivisti che si professano difensori dell’ambiente contro il cambiamento climatico possano compiere un gesto tanto insulso quanto contrario ad ogni principio di tutela come l’imbrattamento di oggi ad uno dei tesori più preziosi a livello mondiale. La cultura ambientalista è ben altra cosa ed è difesa dei nostri beni. Queste frange sono dannose ed esprimono forme di protesta che non fanno altro che alimentare distacco, fastidio e astio per una battaglia, quella per la salvaguardia del nostro pianeta, che è invece nobile e sacrosanta. I responsabili ora paghino per questo oltraggio stupido e privo di senso”.