Pena concordata per Pierluigi Dal Ben e la manager Gigantiello. Diversa la posizione di Paolo Signifredi, accusato di essere «partecipe» alla ’ndrangheta. Il triplice arresto a novembre aveva scosso alle fondamenta l’azienda Dal Ben Tre di Monastier. Ora Pierluigi Dal Ben e la manager Cosima Gigantiello patteggeranno: la Procura ha chiuso le indagini e i due hanno scelto la strada dell’applicazione della pena su richiesta delle parti. Resta da valutare l’entità, ma dovrebbe trattarsi di una pena consistente: di certo superiore ai due anni per Dal Ben, ancora maggiore per Gigantiello, pregiudicata. Si avvia così alla chiusura una vicenda giudiziaria che ha fatto molto rumore in questi mesi.

L’indagine è stata condotta dalla Procura della Repubblica di Treviso e dalla guardia di finanza. Al centro c’è la vicenda della Neblad Srl, ex Dal Ben Tre Srl, notissima azienda di abbigliamento dichiarata fallita il 4 giugno del 2014. Secondo l’accusa, dalle casse della Neblad sarebbero usciti in maniera non lecita oltre undici milioni di euro. Dopo il fallimento, l’attività dei magazzini Dal Ben è proseguita con un’altra società. È proprio in quel passaggio, secondo la Procura, che si è aperta una botola sui conti: dove sono spariti quegli oltre undici milioni di euro che hanno spinto gli investigatori a ipotizzare una bancarotta fraudolenta? Chi è l’architetto di queste presunte operazioni di drenaggio di denaro? Una situazione che gli inquirenti avevano definito «molto delicata».

Anche Paolo Signifredi, parmigiano, non è messo bene, dopo una condanna per riciclaggio, già arrestato nel 2013 per associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale. Signifredi, considerato «un sedicente commercialista» (in realtà mai iscritto all’ordine) era accusato di «infiltrazione di una cosca di ’ndrangheta nel tessuto economico di Mantova e Cremona e negli apparati istituzionali del Comune di Mantova».
«Nel Veneto tende a crearsi una pericolosa contiguità tra crimine organizzato e piccole imprese che, attratte da crediti facili, diventano ostaggio dei clan, i quali progressivamente si impossessano delle aziende». Parole tratte da un rapporto dell’università di Padova sul convegno “L’infiltrazione della criminalità organizzata nel Nord Italia”.

Gian Nicola Pittalis

Cattura