La cultura barocca ha cercato ogni modo per superare la sua paura più profonda: l’orrore del vuoto. Oggi bisognerà trovare una partitura che sappia raccontare, in musica, quanto accaduto tra marzo e giugno 2020. Il vuoto, quello vero, ha investito i teatri, le sale da concerto, le arti. Un vuoto sotto forma di pandemia, mediato dalla tecnologia, non davvero totale, che però ha alterato profondamente il nostro rapporto con l’esperienza della musica.
“Come tutti i festival che tra la primavera e l’estate hanno dovuto rassegnarsi alla cancellazione, Baroque Experience torna in un’edizione autunnale che tiene conto delle limitazioni legate all’emergenza Covid – spiega Claudio De Nardo, Presidente della Fondazione Antiqua Vox – ma che insieme ribadisce il valore della musica in presenza, la necessità di cambiare pelle per poter continuare a fare del palcoscenico un’esperienza viva. Questa Covid free edition, che nell’auspicio di tutti vuole essere una parentesi prima del ritorno definitivo ai cartelloni tradizionali, è un modo per continuare a raccontare il barocco attraverso tre preziosi progetti. Con il concerto inaugurale del 2 ottobre nel Tempio di San Francesco Andrea Marcon porta, insieme a Chouchane Siranossian e alla Venice Baroque Orchestra, il disco realizzato per Alpha Classic in occasione dei 250 anni dalla morte di Giuseppe Tartini”.
“Riteniamo fondamentale portare avanti una rassegna che celebra l’eccellenza musicale”, afferma l’assessore ai Beni Culturali e Turismo Lavinia Colonna Preti. “Grazie alla grande conoscenza, alla sensibilità e alla propensione al mecenatismo di Claudio De Nardo, riusciremo ad ospitare in Città grandissimi artisti per riscoprire l’essenza del barocco”.
Un concerto inedito e un Tartini fedele quanto più possibile a sé stesso: da quella piazza, da quel palazzo patrizio in stile veneziano che ancora oggi domina il piccolo porto di Pirano, Istria, per lui luogo del cuore, Andrea Marcon immaginava di suonare Tartini” in un modo più filologico, con la piccola pretesa di dire magari quelle cose che ancora sul violinista non erano ancora state detto”. Marcon ha trovato l’interprete perfetta in Chouchane Siranossian, violinista armena incontrata a Salisburgo e poi ritrovata a Basilea. Il concerto, a San Francesco venerdì 2 ottobre alle 20.45 (ingresso libero, prenotazione obbligatoria) propone l’esecuzione di un inedito tartiniano, il concerto in Sol maggiore, recentemente riscoperto da Margherita Canale. Ne escono ottanta minuti che sono una dichiarazione d’amore per la musica di Tartini, interamente registrati a Treviso e con la Venice Baroque Orchestra, composta da musicisti trevigiani e veneziani che hanno portato nel mondo il barocco veneto.
Il 4 ottobre a San Leonardo (ore 17.30) sarà protagonista il clavicembalo con Giovanni Calò, oggi musicista professionista uscito dalla scuderia di Andrea Marcon a Basilea. Con questo concerto Antiqua Vox desidera ringraziare ufficialmente il professor Gianfranco Ferrara che con la sua lunghissima attività ha dato un contributo fondamentale allo studio e alla valorizzazione degli organi storici di Treviso e della Marca Trevigiana. A 94 anni, il professor Ferrara non è solo la memoria storica della Renaissance barocca e del restauro degli organi storici in città, ma resta il titolare dell’organo di San Nicolò, che suona per accompagnare la liturgia da 50 anni. Il sigillo di Antiqua Vox sarà consegnato al professor Ferrara nell’ambito del concerto che vede protagonista il nipote Giovanni Calò a sottolineare il filo di continuità tra le generazioni nel segno dell’amore per la musica.
Massimo Raccanelli regala infine, il 17 ottobre a Sant’Agnese (ore 20.45), una lettura delle Suites di Johann Sebastian Bach in cui il co-protagonista è lo strumento, un violoncello Gasparo da Salò appartenuto all’avvocato Bruno Lattes e recentemente ripristinato da Antiqua Vox, sull’onda lunga del progetto “Restituire bellezza”, che ha visto il restauro integrale del cembalo seicentesco firmato da Mathias de Gand.
Lattes, figlio di una famiglia ebrea di industriali nel settore tessile, dedicò la vita e il suo ingente patrimonio per fare della villa ereditata nelle campagne di Istrana un museo teatro con strumenti musicali, carrillon e cineserie, souvenir dei suoi numerosi viaggi in Oriente. Carillon e strumenti: Bruno Lattes, collezionista, dilettante della musica, suonava il suo prezioso violoncello nelle soirees musicali in villa. Oggi quello strumento è ancora capace di regalare grandi emozioni.