Dopo decenni di speculazione e consumo del territorio ora arriva l’alt dalla Regione Veneto. E un invito a salvare il territorio. Anzi, ora si pensa ai piani di sviluppo rivolti solo alle ristrutturazioni. Un input rivolto a Treviso e alla Marca, ovvero la provincia che ha costruito di più tra 2015 e 2016. I sindaci infatti potranno autorizzare solo il 30% di quanto stabilito dal Pat.

Il Veneto negli ultimi decenni appunto, ha cementificato il 12% della sua superficie, seconda regione italiana dopo la Lombardia. La Marca è la provincia italiana che ha consumato più suolo, tra novembre 2015 e maggio 2016: ben 186 ettari sui 5 mila consumati in tutta Italia, mentre il Veneto ne ha resi artificiali 563. Nella classifica dei comuni, a livello italiano, che hanno consumato più territorio in percentuale nel primo semestre 2016 (+ 6,9%), c’è Altivole. Alle spalle la bergamasca Calcio e la sarda Oschiri.

La classifica delle province in termini assoluto di suolo consumato vede Treviso al 16,8%, oltre il doppio della media nazionale. In testa alla poco verde graduatoria c’è Monza (40%), poi Napoli e Milano, oltre il 30%, Trieste e Varese (sopra il 20%), Padova (19,8%) e appunto l a Marca. Vista la situazione, la Regione Veneto ha convocato a Sant’Artemio dirigenti e funzionari comunali, ma anche i rappresentanti del professioni interessate alle nuova stagione di progettazione ed edificazione del Veneto, assieme a sindaci e assessori.

La Regione Veneto, affrontando il tema della pianificazione territoriale, hanno presentato la nuova legge sul consumo di suolo, la 14/29017 che si innesta sull’antica legge 11. È stata approvata a giugno e impegna la Regione, entro Natale, a definire le superfici consumabili in ogni area del Veneto. Sia nella linee guide che negli aspetti tecnici richiesti ai Comuni, che dove ora completare le schede comunali sul consumo e sull’impegno di suolo che precederanno la delibera definitiva della giunta Zaia. Fra costruire e cemento zero, la linea della Regione è stata quella di trovare un equilibrio, ma soprattutto di varare una legge nel segno dei tempi. La legge, hanno illustrato i dirigenti della Regione, non dice che non si deve costruire più, né che si deve lasciare tutto com’è, ma nella prospettiva europea del consumo di suolo zero fissato nel 2050, vanno battute strade come la riqualificazione e la rigenerazione, i ripristini, le demolizioni delle aree incongrue.