È Mutai Salomon il re della 37a Wizz Air Venicemarathon. Per l’ugandese, che si fa chiamare “the King”, si tratta del secondo successo consecutivo a Venezia, e per lui è davvero una bellissima giornata considerando che proprio oggi, il classe 1992, compie gli anni. Inoltre, il vincitore è riuscito a battere anche il record della maratona veneziana con il tempo di 2h07″40.
Una slendida giornata di sole ha fatto da cornice ad un bellissimo finale (neppure il disturbo dell’acqua alta nel passaggio in Piazza San Marco), dato che Mutai è riuscito a piazzarsi al primo posto grazie ad una volata che lo ha visto precedere Naibei Emmanuel (Kenia) di appena 5 centesimi, alla fine tempo arrotondato ad un secondo. Un finale non scontato, con il secondo classificato che ha provato ad affiancare il primo proprio negli ultimi metri. Una edizione molto tirata non è quindi strano che, nonostante il percorso non favorevole, la seconda parte del tracciato sia stato coperto con qualche secondo in meno (circa 6) rispetto alla prima parte più pianeggiante. A terzo posto Kigen che ha dovuto cedere agli avversari poco meno di una quarantina di secondi.
Nel settore femminile, al primo posto si è piazzata Tanui Rebecca, atleta del Kenia, con un crono finale di 2h25″34. Al secondo dopo circa un minuto Chala (Etiopia).
La cronaca. Una gara che già dai primi chilometri mette in evidenza gli atleti che si giocheranno la vittoria, assieme alle lepri che li pilotano sino a circa a metà percorso. Dopo 5km c’è un gruppetto formato dai seguenti protagonisti: il vincitore (Pettorale 1) – Mutai Munyo Solomon (Uganda), (2) Tiongik Paul (Kenia), (11) Cheprot Silas (Kenia), (3) Dickson Nyakundi (Kenia), (4) Wambua Bernard (Kenia), (13) Akopesha Abraham (Kenia), (7) Mekonen Alene (Etiopia), (10) Naibei Emmanuel (Kenia), (14) Kiptoo Jonathan (Kenia), (8) Bekeda Worku Chala (Etiopia), (12) Kigen Noah Kiprotich (Kenia).
Oltre alla gara maschile, anche quella femminile con due concorrenti che fanno subito la differenza: Tanui Rebbeca (Kenia) e Kebene Chala (Etiopa).
A poco meno di un’ora dalla partenza, la parte avanzata ha due protagonisti in meno. A perdere terreno in particolare Tiongik. Man mano che scorrono i chilometri il gruppetto si assottiglia anche perché si fermano progressivamente le lepri, una dopo metà percorso. Una proiezione da record con 1h03″43″, tempo comunque non ufficiale.
Dopo 22 km la vetta della corsa è formata da 8 atleti, mentre l’attraversamento sotto la stazione di Mestre porta ad un ulteriore assottigliamento del numero dei probabili vincitori. È sul ponte di attraversamento, quello che fa giungere i maratoneti al parco di San Giuliano, che c’è il primo tentativo di allungo da parte di Mutai. Infatti, nel tratto tortuoso del parco rimangono in 5 (Mutai, Mekonen, Cheprot, Naibei, Kigen), a perdere terreno per ultimo è Dickson Nyakundi. Sul cavalcavia che indirizza il percoso verso il Ponte della Libertà è Cheprot che non riesce a tenere il ritmo dei primi.
In Viale San Marco, per la gara femminile, rimane da sola Tanui Rebbeca che, accompagnata da due atleti, entra a San Giuliano.
Quattro nomi in ballo per il successo della corsa maschile ad inizio del Ponte della Libertà. Con Mutai che fa l’andatura e Mekonen che alza bandiera bianca. Mutai (Ugada), Naibei (Kenia) e Kigen (Kenia) allineati a giocarsi gli ultimi chilomentri della maratona.
Ormai gara solitaria al trentesimo chilomentro tra le donne per Tanui Rebbeca, con Chala a 13″ di ritardo.
Altra azione di Mutai con Kigen che perde qualche metro, ma sostanzialmente rimane lì. Il passaggio al 35.km è di 1h45’43” con il trio che passa per un punto ristoro. Come al solito ancora qualche difficoltà nel prendere da bere per Kigen. Si entra nella zona portuale con Mutai e Naibei affiancati e Kigen qualche metro dietro. Tanui rimane da sola con l’obiettivo di provare a centrare il record della corsa femminile. Mutai e Naibei aumentano il ritmo e sono loro che entrano per primi in zona San Basilio. Mutai sempre a condurre il ritmo e dietro l’ultimo degli avversari che gli possono togliere la soddisfazione di passare per primo il traguardo. Situazione che rimane invariata praticamente sino agli ultimi mentri, con la volata che è decisiva per assegnare il primo posto a Mutai.