Formazione a tutto campo sulle modalità di riapertura con Ulss e Spisal, cartelli informativi inviati a tutte le imprese associate, accordi con le forze dell’Ordine per favorire uno svolgimento il più possibile corretto della riapertura. La tanto attesa fase 2 è ora alla prova del buon senso degli esercenti, dei cittadini e dei consumatori: “Le nostre imprese, a cominciare dai pubblici esercenti – assicura Federico Capraro, presidente di Confcommercio Treviso – si sono formate con grande scrupolo e responsabilità e stanno ora affrontando la riapertura con le nuove regole, dopo aver sanificato i locali ed adottato tutte le misure. Mascherine, metro, gel, cartelli ed aver adottato tutti i protocolli sulla sicurezza dei lavoratori dipendenti”.
[huge_it_slider id=”5″]
“Ora però – spiega Capraro – la partita si sta spostando, la responsabilità non è solo dei politici, né degli Ospedali, siamo di fronte ad una presa di responsabilità individuale cui nessuno, cittadino, consumatore, dipendente o imprenditore può sottrarsi. Nella fase 1 dietro ai tricolori ed ai balconi abbiamo sentito tutti il senso della collettività e dell’unitarietà, ora deve emergere una nuova responsabilità: quella del singolo, dell’individuo. Gli eccessi dei singoli vengono poi pagati da tutti ed il carico delle scorrettezze di alcuni non deve pesare solo sulla piccola impresa, che è impegnata a fare il proprio lavoro ed a dare occupazione”.
“Abbiamo tutti sentito il peso delle privazioni, della mancanza delle uscite e della vita di relazione, capisco bene come la dimensione della convivialità ed il radicamento di alcune abitudini possa incidere sugli equilibri personali, ma bisogna che tutti- soprattutto i giovani che più di altri hanno sofferto dell’isolamento- facciano la propria parte. Sapersi limitare, evitare gli assembramenti, rispettare le regole è- in sintesi- un grande esercizio di democrazia che, se svolto bene, ci porta verso l’uscita dal tunnel in tempi brevi. In una parola verso la libertà. Se non si riuscirà ad esercitarlo, arriverà la stretta, la coercizione, la “dittatura”, un nuovo “incarceramento” e sarà una sconfitta per tutti, soprattutto per una società civile e democratica come la nostra che dovrà fare i conti con la propria incapacità di autodisciplinarsi. La differenza tra riaprire e ripartire è anche questa”, conclude Capraro.
#RIPARTIAMOSICURI