Una carenza di personale amministrativo così drammatica da mettere a rischio il funzionamento stesso della Procura trevigiana. È questa la motivazione che nella giornata di giovedì 12 maggio ha portato l’assemblea dei lavoratori della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Treviso a deliberare l’avvio dello stato di agitazione. Una decisione dettata dalla grave e ormai insostenibile carenza di personale amministrativo che si trascina ormai da anni, con un costante aggravamento a causa dei continui pensionamenti e trasferimenti senza che il ministero della Giustizia abbia provveduto alla loro sostituzione.
Il personale amministrativo assiste i pm, espletando molteplici adempimenti amministrativi, nonché gli altri attori del procedimento penale, ovvero le parti, i difensori, gli ausiliari del pm, curando i diversi servizi necessari per assicurare, al meglio, la giustizia ai cittadini.
“A fronte di una, peraltro datata e insufficiente, pianta organica di 42 unità – spiegano Emmanuele Viviano, Rsu della Procura di Treviso Carlo Alzetta della Cisl Fp Belluno Treviso , il personale amministrativo in servizio effettivo è di appena 26 lavoratori con una scopertura reale del 38%”.
“Ci chiediamo – proseguono Viviano e Alzetta – come si possano assistere un procuratore e 12 sostituti procuratori, con una insufficienza di organico così drammatica, dovendo peraltro assicurare allo stesso tempo tutti gli altri servizi e uffici, come le spese di giustizia, il dibattimento, le esecuzioni penali, il personale, il casellario giudiziario, gli sportelli per il pubblico”.
Il rappresentante sindacale e il sindacalista della Cisl Fp fanno un esempio per spiegare la situazione. “Si potrebbe paragonare la procura – affermano Viviano e Alzetta – ad un’impresa di costruzioni dove ci sono solo architetti, si fanno bellissimi progetti, ma non si è in grado di costruire le case. Un adeguato aumento di personale in Procura permetterebbe di aumentare ad esempio il contrasto alle frodi legate alle ristrutturazioni edilizie (criminalità economica), che consentirebbe di recuperare ingentissime risorse pubbliche”.
È evidente, inoltre, come la carenza di personale imponga dei sovraccarichi di lavoro tali da poter determinare disservizi dovuti alla necessità di scegliere le pratiche prioritarie, “decisione questa che – proseguono Viviano e Alzetta – oltre ad essere profondamente ingiusta, è altresì pericolosa per i lavoratori perché li esporrebbe a gravi responsabilità sia verso i cittadini sia nei confronti degli organi di controllo. Questa situazione inoltre provoca una ingiusta e non più tollerata situazione di stress che potrebbe incidere negativamente sulla salute dei lavoratori”.
“Come RSU – conclude la Cisl Fp – ci auguriamo che lo stato di agitazione proclamato dai lavoratori possa condurre le istituzioni, già al tavolo di conciliazione convocato dal Prefetto, a trovare delle soluzioni immediate alla carenza di organico. Per tamponare la situazione attuale si potrebbe attivare un interpello straordinario, una mobilità da altre amministrazione o delle convenzioni, ad esempio con il Tribunale, per la gestione di in comune di alcune incombenze. Siamo convinti che non può esserci una giustizia al servizio dei cittadini e della comunità trevigiana se si svuotano gli uffici pubblici del personale amministrativo”.