Caro Carburanti e prodotti petroliferi: l’allarme nell’assemblea del gruppo Confcommercio.
“Sul carburante serve un taglio strutturale delle accise e non temporaneo, occorre prevedere indennizzi per la svalutazione improvvisa dei nostri magazzini di prodotti petroliferi, manca un intervento serio che supporti il gasolio da riscaldamento e tutta la fascia fragile e anziana dei privati, senza contare che sono già in atto forti speculazioni. Chiediamo un intervento incisivo al Governo che preveda, in fase di conversione del decreto, la possibilità di recuperare con un conguaglio le somme perse. Se si renderà necessario, siamo anche pronti ad una serrata, ovvero ad una sospensione del nostro servizio” .
A parlare è Maurizio Piovesan, presidente provinciale del Gruppo Grossisti prodotti petroliferi di Confcommercio, che ieri, a fronte della situazione emergenziale dei mercati, ha convocato in presenza al Palazzo del Terziario di Treviso l’assemblea provinciale dei commercianti di prodotti petroliferi, che in provincia conta circa una cinquantina di imprenditori.
“L’assemblea – spiega Piovesan – la prima in presenza dopo la pandemia, è stata sentita e partecipata, siamo tutti molto preoccupati perché sono già iniziate le speculazioni, si teme la corsa “all’ultimo barile” per il diesel e, a causa del decreto dei 30 giorni, in una notte i nostri magazzini hanno perso, in media, il 20% del valore. Merce pagata ad un certo prezzo che ora vale molto meno senza che sia stato previsto alcun indennizzo. E’ un sollievo temporaneo per gli automobilisti, ma in realtà questa temporaneità fa solo male al mercato che è già inquinato da forti tensioni speculative. Finiti i 30 giorni cosa resta di buono? Quello sul caro carburante è un decreto divisivo che spacca il mercato ed incide sulla società: con una mano aiuta – peraltro per pochi giorni – gli automobilisti, con l’altra penalizza la residenzialità e i privati, soprattutto quella fascia media, in larga parte anziana, che in casa ha il sistema di riscaldamento a gasolio. Nella nostra provincia migliaia di villette, case abbinate e condomini di una certa età. Per la riserva annuale, stanno pagando il 40% in più, dai 2500 euro medi per un anno di riscaldamento sono già passati ai 4000 euro, senza alcun contributo o indennizzo. A tutto questo si aggiunge quella fetta di giovani agricoltori che hanno investito su macchinari importanti che ora si trovano a fare i conti con un aumento pesante del gasolio che, non godendo di un adeguato taglio di accise, si riversa poi sul prezzo finale del prodotto e quindi sulla filiera. La preoccupazione è davvero forte, abbiamo manifestato le nostre istanze al nazionale, siamo pronti ad una serrata e ad una sospensione del nostro servizio che non abbiamo mai fatto mancare neanche in piena pandemia.”