L’hanno chiamata “La Protesta Gentile”: migliaia di cittadini ieri a mezzogiorno hanno sventolato le chiavi di casa, del negozio, dell’attività imprenditoriale, del veicolo di proprietà o aziendale, per protestare contro le prolungate chiusure determinate dal Governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Una situazione ormai insostenibile per moltissime aziende e per altrettanti professionisti che rischiano di non poter più rialzare le serrande o ripartire.

Si sono organizzati in maniera semplice e composta, gli aderenti alla “Protesta Gentile”: in strada, in piazza, davanti a casa propria, sempre rispettando le distanze di sicurezza e le precauzioni imposte dalla pandemia. Mascherina sul volto, guanti a fasciare le mani, hanno agitato le loro chiavi. Nei quartieri periferici, a Treviso, a Montebelluna, a Vittorio Veneto ed in centinaia di altri luoghi in tutta Italia. Una manifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica in un momento delicatissimo, alla vigilia della Fase 2 dell’emergenza, dando un messaggio preciso: alle aziende occorre un sostegno immediato, pena la distruzione del tessuto socio-economico locale e nazionale.

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Alla protesta si sono uniti singolarmente in parecchi: semplici cittadini, giovani, studenti, pensionati. Anche gli italiani all’estero hanno voluto partecipare, scuotendo le chiavi a Londra così come in Germania, testimoniando la loro vicinanza ai connazionali in patria che vivono in maniera drammatica queste settimane di inazione sul fronte lavorativo. “Siamo stati civili nel lockdown – fanno sapere gli organizzatori – Siamo stati civili nella protesta. Adesso basta promesse, abbiamo bisogno di un aiuto finanziario concreto. Meritiamo di più, meritiamo di meglio”. Il messaggio è indirizzato ai governanti, locali e nazionali, sperando che nei prossimi giorni possa arrivare una boccata d’ossigeno nelle finanze delle imprese e magari anche uno spiraglio per una riapertura rapida.