CompensAzioni, la rassegna autunnale 2020 di Teatro Ca’ Foscari, propone una gamma di laboratori in modalità online e due residenze artistiche finalizzate alla realizzazione di video degli allestimenti scenici, per una messa in onda da condividere con gli studenti e con il pubblico a casa. Continuando sulla linea delle passate stagioni, l’attenzione è rivolta alla drammaturgia, nelle sue varie declinazioni, con uno sguardo attento al presente e alle sue variabili.
Il programma dell’autunno 2020 ha subito delle variazioni per effetto dell’emergenza sanitaria. Gli spettacoli aperti al pubblico sono stati annullati. Le due residenze artistiche già inserite nel programma precedente, si svolgeranno a porte chiuse, nel rispetto del protocollo anti-contagio, e saranno finalizzate alla realizzazione di video degli allestimenti scenici, seguendo un percorso ormai consolidato che coinvolge studenti e giovani attori. Le proposte sono orientate all’indagine su alcuni classici della letteratura da Nikolaj Gogol a Anna Achmatova e Marina Cvetaeva. Un’esplorazione compiuta con la sensibilità che contraddistingue gli artisti nostri ospiti, ma anche con leggerezza utilizzando gli strumenti dell’immaginazione e dell’ironia.
Nel programma dell’autunno 2020, il Teatro Ca’ Foscari, a conferma della propria vocazione alla formazione e alla ricerca, continua a essere presente con una ancor più ricca offerta di laboratori in modalità online che vanno dalla creazione di una drammaturgia originale con la collaborazione degli studenti, nel progetto a cura di Silvia Piovan; all’esplorazione di nuove forme di creazione scenica, attraverso la proposta di Marta Cuscunà; alla scrittura teatrale, con il laboratorio condotto da Tiziano Scarpa; alla creazione coreografica affidata all’artista pluridisciplinare Jacopo Jenna; fino alla indagine delle varie forme di narrazione autobiografica, con il laboratorio di Ksenija Martinovic.
I laboratori sono rivolti principalmente agli studenti dell’Università Ca’ Foscari, ma sono aperti a studenti di altre Università, Accademie e Conservatori, giovani attori e a chiunque sia interessato a partecipare.
Per le scadenze e le modalità di iscrizione si possono consultare le pagine web di dettaglio di ciascun laboratorio.
Info
I programmi del Teatro Ca‘ Foscari sono consultabili su:
La partecipazione è gratuita.
Per informazioni scrivere a: teatro.cafoscari@unive.it
24 – 25 novembre 2020
orario 15 – 18
Neurospasta Mechanica
Laboratorio online condotto da Marta Cuscunà
con Paola Villani e Marco Rogante
Il workshop sarà tenuto a tre voci da Marta Cuscunà, Marco Rogante e Paola Villani che condivideranno riflessioni e strategie intorno al tentativo di sperimentare innovazioni tecnologiche nel settore del teatro di figura e nella drammaturgia contemporanea per pupazzi.
La prima giornata sarà dedicata a un inquadramento teorico sulla ricerca teatrale di Marta Cuscunà legata alla narrazione di storie sulle resistenze femminili; la seconda riguarderà degli aspetti di carattere pratico sui sistemi di movimentazione delle creature meccaniche in scena.
“Come nascono le creature meccaniche che da tempo sono protagoniste degli spettacoli che realizziamo insieme e che in scena si fanno portavoci di storie legate al femminismo?”
Un processo in cui la drammaturgia influenza la progettazione ingegneristica della scena e la costruzione dei meccanismi per il movimento delle creature diventa, a sua volta, modellazione del carattere e della personalità del personaggio.
Un processo che lavora per prototipi, in cui la scrittura drammaturgica e l’idea registica devono confrontarsi con le caratteristiche dei materiali e della componentistica, con leve e attriti, con le dimensioni e le forze del corpo che manovra ogni elemento della scena.
Cuscinetti auto-lubrificanti, snodi a sfera, ralle, pulegge, freni di bicicletta sono gli elementi di cui sono composti i controller, che diventano vere e proprie “protesi” del corpo del performer.
In questo workshop si cercherà di trarre le fila della ricerca che dal 2015 portiamo avanti – e che ruota intorno alla narrazione di storie sulle resistenze femminili – attraverso sistemi di movimentazione che utilizzano un’animazione generata esclusivamente dal movimento umano di un’unica manovratrice, senza l’ausilio di alcuna forma di automazione.
Per iscriversi occorre inviare la candidatura con i dati anagrafici, un recapito telefonico, una lettera di motivazioni e un curriculum aggiornato all’indirizzo teatro.cafoscari@unive.it (nell’oggetto dell’email inserire il titolo del laboratorio al quale si è interessati).
Vengono prese in considerazione ai fini della selezione soltanto le domande dei candidati che abbiano presentato tutta la documentazione richiesta.
La partecipazione è gratuita.
La scadenza per l’invio della candidatura è fissata al 20 novembre 2020.
I posti a disposizione sono 25.
Marta Cuscunà è nata a Monfalcone. Il suo percorso formativo inizia grazie a Prima del Teatro: Scuola Europea per l’Arte dell’Attore, dove incontra alcuni maestri tra i quali Joan Baixas; José Sanchis Sinisterra; Christian Burgess e molti altri. Nel 2006 debutta in Merma Neverdies, spettacolo con pupazzi di Joan Mirò e regia di Joan Baixas. Nel 2009 esordisce con È bello vivere liberi! progetto di teatro civile per un’attrice, cinque burattini e un pupazzo, di cui è autrice e interprete. Del 2012 è il secondo progetto inedito La semplicità ingannata. Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne. Nel 2014 debutta con Wonder Woman, il reading scritto e interpretato insieme a Giuliana Musso e Antonella Questa. Nel 2015 debutta con Sorry, boys terzo spettacolo inedito della trilogia sulle Resistenze femminili. Seguono Il canto della caduta e la nuova produzione Earthbound che debutterà il 28 gennaio 2021. Premi: 2019 Premio Hystrio – Altre Muse; 2018 Premio della Critica – ANCT; 2017 Premio Rete Critica; 2016 Finalista Premio Ubu come miglior attrice/performer; 2013 Premio Franco Enriquez; 2013 Premio Città Impresa; 2012 Premio Last seen per il miglior spettacolo dell’anno; 2012 Menzione d’onore al Premio Eleonora Duse; 2011 Finalista Premio Virginia Reiter come miglior attrice under 35; 2010 finalista Premio Ubu come miglior attrice under 30; 2009 Premio Scenario per Ustica.
26 novembre; 3 – 10 – 17 dicembre 2020
orario 16 – 19
Laboratorio di scrittura teatrale
Laboratorio online di scrittura teatrale condotto da Tiziano Scarpa
«Sono aperte le iscrizioni!»
«Perché si chiama “laboratorio”?»
«Perché non è un corso teorico».
«Chi frequenta deve mettersi in gioco».
«Chi è che sta parlando?»
«Dovrete scrivere dei piccoli testi, sia a casa che durante gli incontri».
«Io non posso fare gli esercizi a casa».
«Allora non iscriverti. Si chiama “laboratorio” perché…»
«L’hai già detto».
«Ma un po’ di teoria, niente?»
«Certo, e anche esempi da testi del passato e di oggi».
«Che giorno è oggi?»
«E il teatro postdrammatico?»
«Anche quello».
«Cos’è il teatro postdrammatico?»
«Chi è che sta parlando?»
«Il testo non è il fondamento di tutto. È solo un ingrediente».
«Allora sta’ zitto».
«Perché nessuno mi ascolta?»
«Perché sai che non potrai fare gli esercizi a casa ma vuoi iscriverti lo stesso!»
«Vedi che ti ascolta. Non è cattivo».
«In quanti siamo qui dentro?»
«Gli esempi del passato e del presente saranno sempre operativi».
«Cioè si daranno da fare al posto mio?»
«Non fare dello spirito».
«Non posso fare altro. Non ho un corpo».
«Cioè serviranno a produrre cose nuove, non soltanto commenti».
«Chi è che sta parlando?»
«Tu».
«No, tu».
«No, tu».
«Tu chi?»
«Io sono una battuta di dialogo, e tu?»
Io sono una didascalia. E se voglio vi faccio smettere.
«Eh, che arrogante!»
«E che antipatica! Una vera str-»
Buio.
Primo incontro
«E se noi diciamo “cavalli”…»
La parola evocativa
Secondo incontro
«Con questa frase ti sposo»
La parola come azione
Terzo incontro
Il puparo e il sindacalista
Tutelare i personaggi
Quarto incontro
Che cosa significa “miao”?
Le cose e le relazioni
Quinto incontro
«Veramente io non avevo detto “caspita!”»
La brutta copia del parlato
Sesto incontro
Chi è che si è fatto male qui dentro?
L’esperienza degli spettatori
Settimo incontro
Seguire le indicazioni del foglietto illustrativo
Il testo servizievole
Ottavo incontro
Compra questo macinino
Lo scopo del discorso
Il laboratorio si compone di otto incontri online, che si terranno sulla piattaforma google meet.
I primi quattro si svolgeranno nelle giornate indicate. Le date degli altri quattro incontri verranno comunicate successivamente.
Per iscriversi occorre inviare all’indirizzo teatro.cafoscari@unive.it: la candidatura con i dati anagrafici; un recapito telefonico; un curriculum aggiornato; una lettera di motivazioni (massimo 300 caratteri, spazi inclusi); la composizione di un dialogo fra due oggetti (massimo 1.000 caratteri, spazi inclusi).
Vengono prese in considerazione ai fini della selezione soltanto le domande dei candidati che abbiano presentato tutta la documentazione richiesta.
La partecipazione è gratuita.
La scadenza per l’invio della candidatura è fissata al 20 novembre 2020.
I posti a disposizione sono 20.
Tiziano Scarpa (Venezia, 1963) è romanziere, drammaturgo e poeta. I suoi libri più conosciuti sono i romanzi Stabat mater (2008, Premio Strega), Il brevetto del geco (2016), Il cipiglio del gufo (2018) e La penultima magia (2020); la guida d’autore Venezia è un pesce (2000; nuova edizione ampliata, 2020); la raccolte di poesie Le nuvole e i soldi (2018), e il poema narrativo Groppi d’amore nella scuraglia (2005; nuova edizione 2020). Tra i suoi testi teatrali messi in scena: Corriamo a casa, regia di Antonio Latella, 2000; L’ultima casa, compagnia Pantakin, regia di Michele M. Casarin, 2007; L’inseguitore, regia di Arturo Cirillo, 2008. L’infinito, regia di Arturo Cirillo, 2011; Straccioni, regia di Carlo Roncaglia, 2014; I maggiorenni, regia di Giorgio Sangati, 2015. I suoi testi teatrali pubblicati: Comuni mortali (Effigie, 2007); L’inseguitore (Feltrinelli, 2008); La custode, in New writing Italia, a cura di R. di Giammarco e M. Melandri (Editoria & spettacolo, 2009); L’ultima casa (Transeuropa, 2011); L’infinito (Einaudi, 2012). Ha scritto testi per la radio e per musica, collaborando con compositori di opere liriche, musica contemporanea, jazz, pop, rock. Come performer si è esibito in varie letture sceniche da solo o con vari musicisti, fra cui: Banda Osiris, Enrico Rava, Stefano Bollani, Federico Costanza, Massimo Donà, Marlene Kuntz, Debora Petrina.
26 novembre; 1 – 4 – 10 e 17 dicembre
orario 16 – 17:30
Homescores
Laboratorio online di creazione coreografica a cura di Jacopo Jenna
Homescores prevede un approfondimento del concetto di coreografia/partitura intesa non tanto come arte di creare delle sequenze di movimenti di danza, bensì come un modo di organizzare il tempo e lo spazio attraverso il movimento del corpo. Questa nozione estesa di score si è affermata pienamente negli anni ’60 del Novecento rivelandosi nel tempo un utile strumento applicabile a molti ambiti. Il corso prevede una serie di incontri online durante i quali si lavorerà in gruppo, attraverso pratiche fisiche, di scrittura e di analisi degli elementi base dell’organizzazione del movimento, ovvero il tempo, lo spazio, l’azione, il punto di vista. Ogni settimana verrà condiviso con i partecipanti uno score in vari formati (testuale, visivo, grafico) da realizzare individualmente. Gli score sono pensati per avviare il processo creativo e generare delle performance in forma di brevi video di durata variabile, non editati e dunque di facile realizzazione. Al termine del percorso Jacopo Jenna restituirà una interpretazione artistica dell’esperienza condivisa con i partecipanti attraverso un’opera in video a partire dal montaggio dei materiali prodotti nel corso dei vari incontri e singolarmente.
Biografia
Jacopo Jenna è coreografo, performer e filmaker. La sua ricerca indaga la percezione della danza e la coreografia come una pratica estesa, generando vari contesti performativi in cui ricollocare il corpo in relazione al movimento. Laureato in Sociologia, si forma nella danza presso Codarts (Rotterdam Dance Academy). Si occupa di formazione e percorsi educativi per varie fasce di età elaborando nuove strategie di relazione con l’arte performativa. Ha collaborato in Europa con compagnie stabili, progetti di ricerca coreografica e vari artisti tra cui Jacopo Miliani, Caterina Barbieri, Roberto Fassone, Ramona Caia, Bassam Abou Diab, e il suo lavoro è prodotto e supportato da spazioK/Kinkaleri. Ha presentato i suoi progetti presso festival e istituzioni come Centrale Fies, Virgilio Sieni – Centro nazionale di prodzione, MART, Contemporanea Festival, Pépinières européennes pour jeunes artistes/Jeune Création-Vidéo Cinéma, Fondazione Palazzo Strozzi, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Fabbrica Europa, CROSS award, Danae Festival Milano, Short Theatre Roma, Dansem Marsiglia, Bipod Festival Beirut, Palazzo Grassi Punta della Dogana Venezia, Chantiers d’Europe – Théâtre de la Ville Parigi, Do Disturb – Palais de Tokyo Parigi.
Per iscriversi occorre inviare all’indirizzo teatro.cafoscari@unive.it: la candidatura con i dati anagrafici; un recapito telefonico; un curriculum aggiornato; una lettera di motivazioni (massimo 800 caratteri, spazi inclusi).
Vengono prese in considerazione ai fini della selezione soltanto le domande dei candidati che abbiano presentato tutta la documentazione richiesta.
La partecipazione è gratuita.
La scadenza per l’invio della candidatura è fissata al 20 novembre 2020.
I posti a disposizione sono 20.
1 – 2 – 3 dicembre 2020
orario 15 – 18
Narrarsi in scena
Laboratorio online di scrittura condotto da Ksenija Martinovic.
Il laboratorio avrà come materia di studio l’auto-finzione attraverso l’auto-biografia, passando per l’auto-narrazione. Cercando di indagare le possibilità poetiche che si attivano quando il processo creativo parte dalla propria esperienza, modificandola poi per la narrazione scenica.
La domanda sempre presente è: come utilizzare la propria biografia? Lo spettatore a che cosa crede? È falso quel racconto? È vero? Il sipario, simbolo della “magia” teatrale, sta scomparendo. La linea rossa che divideva i due mondi non è più così netta è diventata una linea sottile, sempre più impercettibile, in alcuni casi inesistente. L’auto-finzione può essere la “magia” nel teatro, oggi?
Il laboratorio teorico-pratico è suddiviso in tre incontri.
Primo incontro
L’Autoritratto, testimonianza di sé
- Approfondimento storico teorico del narrarsi nell’arte (attraverso una bibliografa)
- Esposizione, analisi e discussione di diversi concetti legati all’auto-finzione nell’arte, partendo dal mito di Narciso. (Quadri che analizzeremo – “Narciso” di Caravaggio, Autoritratto di Rembrandt, Michelangelo, Van Gogh, Jan Van Ayzek, Ulay, Nan Goldin e altri)
- Esercizi di scrittura che consentono di iniziare un personale lavoro.
Secondo incontro
Finzione assoluta o verità inconscia?
- Narrarsi in teatro – lettura dei testi e visione dei brevi video di spettacoli che trattano il tema dell’auto-finzione.
- Esposizione, analisi e discussione di diversi concetti legati all’auto-finzione nel teatro. Differenza tra l’autobiografa e l’auto-finzione.
- Esercizi pratici sulla scrittura partendo dalla propria biografa.
Terzo incontro
Io sono un altro
- Revisione del materiale richiesto di ciascun partecipante
- Io sono un altro– introduzione alla scrittura scenica attraverso esempi di scrittura.
- Introduzione al concetto di necessità e urgenza attraverso opere di alcuni artisti.
Richiesta
Ogni partecipante dovrà portare:
- Un breve episodio veritiero della sua vita personale (durata massima 3 minuti).
- Un oggetto che rappresenti il proprio concetto di libertà (abbigliamento, libro, documento, fotografia, video, musica, ecc.).
- Un articolo di giornale rimasto impresso per la vicenda narrata.
“Mi è sempre stato chiesto, viste le mie origini, di raccontare la guerra nei Balcani, ma credo di aver raccontato a modo mio le mie guerre, lasciando un po’ da parte i cliché della mia provenienza.” [Ksenija Martinovic]
Per iscriversi occorre inviare all’indirizzo teatro.cafoscari@unive.it, la candidatura con i dati anagrafici; un recapito telefonico; un curriculum aggiornato; una lettera di motivazioni.
Vengono prese in considerazione ai fini della selezione soltanto le domande dei candidati che abbiano presentato tutta la documentazione richiesta.
La partecipazione è gratuita.
La scadenza per l’invio della candidatura è fissata al 25 novembre 2020.
I posti a disposizione sono al massimo 10.
Ksenija Martinovic nasce in Serbia, a Belgrado. Si forma come attrice in Italia prima all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico come allieva straniera per poi diplomarsi presso la Civica Accademia D’Arte Drammatica Nico Pepe. Finiti gli studi, oltre a fare l’attrice, inizia un percorso di creazione propria. Il suo primo lavoro come autrice e interprete Diario di una Casalinga Serba regia di Fiona Sansone; vince il Premio Giovani Realtà del Teatro ed è ospite in molti Festival teatrali tra cui il Festival Italiano Inscena di New York, Festival delle Colline Torinesi e il Festival di Monologhi a Belgrado. “Mileva” il suo secondo lavoro creato insieme al dramaturg Federico Bellini e il danzatore Mattia Cason debutta quest’anno al Teatro San Giorgio di Udine; entrambi i lavori sono prodotti dal CSS Teatro stabile di innovazione del FVG. Nel suo percorso incontra artisti con i quali approfondisce le proprie riflessioni sul tema dell’auto narrazione: Sergio Blanco, Lucia Calamaro, Angelica Lidell, Ivica Buljan, Anna Julie Stanzak, Marleene Sholten, Alessio Maria Romano, Marcela Serli e molti altri.
Mosca-Parigi-Mosca
lettura scenica
di e con Silvia Piovan
drammaturgia liberamente ispirata a testi di
Anna Achmatova e Marina Cvetaeva
Silvia Piovan, insieme al regista Stefano Pagin, lavorerà al Teatro Ca’ Foscari a porte chiuse, nel rispetto del protocollo anti-contagio, per allestire la lettura scenica, frutto anche del materiale sviluppato insieme agli studenti durante il laboratorio di novembre. Lo spettacolo verrà ripreso in video e poi condiviso sui canali web istituzionali con la comunità cafoscarina e con il pubblico a casa.
Due volti di donna, riflessi tragici della condizione umana: Marina incarna la sete di vivere fino al punto da rimanerne bruciata; Anna è la coscienza del proprio valore e il culto del sé anche in vecchiaia, come la foglia bella che avvizzisce ma non vuole staccarsi dal proprio giunco. Le due poetesse si sono incontrate una notte del 1940 a San Pietroburgo, in casa di amici. Non vi sono tracce scritte delle parole che si sono scambiate. Ho pensato che valesse la pena ricostruire quel colloquio intimo che potrebbe aggiungersi alla serie delle Interviste impossibili, il programma radiofonico Rai del 1974. Parte del materiale drammaturgico è costituito dagli elaborati degli studenti che hanno seguito il laboratorio Mosca-Parigi-Mosca. [Silvia Piovan]
Silvia Piovan nasce a Mestre nel 1975. Dopo aver conseguito la Laurea in Lettere e Filosofia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, nel 2003 si diploma Attrice presso l’Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine. Dal 2003 al 2018 ha lavorato in molti teatri italiani diretta dai registi: Ivica Buljan (Emilia Romagna Teatro), Alessandro Gassman (Teatro Stabile dell’Umbria, Emilia Romagna Teatro e Teatro Stabile del Veneto), Paolo Magelli (Metastasio Teatro di Prato), Cesar Brie, Alessandro Serra, Stefano Pagin, Giuseppe Emiliani e Natalino Balasso (Teatro Stabile del Veneto), Guido de Monticelli e Jean-Claude Penchenat (Teatro Stabile della Sardegna), Andrea Collavino (Teatro Stabile d’Innovazione di Udine) e dai coreografi Jerome Bell e Nocera Belasa (Biennale Danza di Venezia). Nel 2019 debutta al Teatro Ca’ Foscari di Venezia con il monologo Come Bach suonato su un bicchiere per un istante, un omaggio teatrale alla poetessa polacca Wislawa Szymborska. Da dieci anni si occupa di lettura espressiva e corsi di formazione alla lettura nelle biblioteche, sviluppando una sua personale metodologia. È autrice e interprete di testi teatrali per bambini.
Il naso
liberamente ispirato all’omonimo racconto di Nikolaj Gogol
regia di Stefano Pagin
con Silvia Brotto, Alvise Gioli, Angelo Mazza, Maddalena Motta, Vittorio Tommasi
produzione in collaborazione con la Scuola “Giovanni Poli” del Teatro a l’Avogaria
La residenza che si è svolta a ottobre con gli allievi della Scuola “Giovanni Poli” del Teatro a l’Avogaria proseguirà a porte chiuse, nel rispetto del protocollo anti-contagio. Il regista Stefano Pagin lavorerà con gli attori per realizzare un video dello spettacolo da condividere sui canali web istituzionali con la comunità cafoscarina e con il pubblico a casa.
Il naso di Nikolaj Gogol fu pubblicato sulla rivista «Sovremennik» («Il contemporaneo») nel 1834. Il racconto fu oggetto di varie revisioni e modifiche da parte del suo autore, dovute soprattutto ai continui interventi della censura. Nel 1836 è inserito nei Racconti di Pietroburgo insieme a Il cappotto, La prospettiva Nevskij, Il ritratto e Il diario di un pazzo.
Un giorno un barbiere trova il naso di un suo cliente in tasca e poco dopo in un panino che sta per addentare. Il proprietario di quel naso è l’assessore Kovalev, il quale svegliatosi una mattina e ritrovatosi senza naso, teme di veder definitivamente compromessi i propri rapporti sociali e la propria carriera. Il suo ‘organo’ se ne va ora in giro da solo per la città, spacciandosi addirittura per un consigliere di Stato. Kovalev cade nel più tetro sconforto. Falliti i tentativi di mettere un annuncio sui giornali e di ottenere l’intervento del commissario di quartiere per recuperarlo, l’assessore Kovalev se lo vede restituire da una guardia da cui viene arrestato, mentre cerca di espatriare per la vergogna. Kovalev ora deve trovare il sistema per far tornare il proprio naso al suo posto, ma la cosa non è facile.
Un piccolo racconto, ma un trattato filosofico notevole sulla follia umana e sul potere, talmente assurdo da sembrare reale. Il naso è un biasimo alla società russa, ma la critica bene si adatta a tutta la società occidentale, estremamente gerarchizzata ed imbrigliata in una burocrazia talmente rigida che perfino un naso, purché abbia i gradi, diventa un personaggio assolutamente rispettabile.
Note di regia
Si dice che San Pietroburgo sia la Venezia del nord. Ci sono i canali, i ponti, i portici. Sofia Loren, che ha girato a Mosca I girasoli di Vittorio De Sica, dice che i russi sono come i napoletani. Gogol amava moltissimo Roma, tanto da intitolarne un racconto. Nel racconto Il cappotto, a un certo punto, cade sulla testa del protagonista la scorza di un melone, frutto impossibile da trovare a San Pietroburgo. Insomma, trasportare la vicenda de Il naso in Italia e a Venezia, con tutti quei personaggi che sembrano vestiti con costumi di Carnevale, è stato un passaggio quasi obbligato per noi. [Stefano Pagin]
Stefano Pagin nasce a Venezia e qui si diploma attore presso la scuola del Teatro a l’Avogaria. Come interprete viene diretto da numerosi registi tra cui: Lindsay Kemp in Flowers da Jean Genet e Midsummer Night Dream di Shakespeare; Carlo Boso in Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni e Il Mercante di Venezia di Shakespeare; Maurizio Scaparro ne L’Enfant et le Sortilège di Maurice Ravel; Benno Besson ne L’Amore delle Tre Melarance di Sergej Sergeevič Prokof’ev. Come regista firma, tra gli altri, i seguenti lavori: La Cameriera brillante di Goldoni per Pantakin da Venezia; Le Massere e Il Quartiere fortunato di Goldoni e Mamole e Buli di Giovanni Poli per il Teatro a l’Avogaria; La Serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi per il Festival Galuppi di Venezia. In occasione del 35° anniversario della nascita del Teatro a l’Avogaria porta in scena La venexiana e quasi contemporaneamente con la compagnia Questa Nave La distruzione di Kreshev, di Isaac Singer. Nell’ambito della 38°edizione del Festival Internazionale del Teatro de La Biennale di Venezia dirige La buona madre di Carlo Goldoni per il Gruppodacapo, coronato da un successo di pubblico e critica. Nel 2009 dirige per il Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni La base de tuto di Giacinto Gallina e nello stesso anno per il 40° Festival internazionale del Teatro de La Biennale di Venezia porta in scena Orlando di Virginia Woolf. Sue sono le regie di Uomini e topi, produzione del Teatro Ca’ Foscari (2014) e di E serbi un sasso il nome, spettacolo frutto di un progetto coordinato da Francesca Bisutti in occasione delle celebrazioni per i 150 anni di Ca’ Foscari (2018).