Padiglione Venezia, la Mostra Alloro
Padiglione Venezia, la Mostra Alloro

Si è chiusa l’edizione dei record del Padiglione Venezia: la mostra Alloro, ai Giardini della Biennale, ha toccato quota 329.021 visitatori. “Tutto muta, nulla muore; tutto scorre, e ogni immagine si forma nel movimento”: il concept del Padiglione Venezia di quest’anno è racchiuso in questa frase. L’esposizione doveva essere questo: un viaggio che affronta il cambiamento, la metamorfosi, attraverso la natura e l’arte. E proprio l’arte doveva indagare sulle fasi del cambiamento con il suo linguaggio multiforme e universale.

“Quando abbiamo iniziato a pensare ad Alloro – racconta il curatore, Giovanna Zabotti – ci siamo focalizzati sul fatto di dover “lasciare” qualcosa alle persone. Volevamo mutuare dall’arte un aiuto per questi momenti di grande cambiamento. L’idea era quella di poter scegliere non subirlo. Alloro è nato come un percorso unico, scandito dalle note di Pino Donaggio, nato dalla “riflessione” sulle opere delle Goldschmied & Chiari, sviluppato nella scelta di Dafne, culminato nella sua Metamorfosi e concluso nella Madre Terra e nel quadro di Ottorino De Lucchi. In questi mesi ci siamo resi conto che questo viaggio è stato capito, vissuto in maniera profonda da ogni singolo visitatore e di questo abbiamo avuto testimonianze tangibili e continue attraverso i social”.

Una Biennale unica, quindi, che ha profondamente segnato anche gli artisti. “Un pensiero che mi porto a casa da questa esperienza – racconta Paolo Fantin – è che siamo riusciti a creare un simbolo. Il simbolo è qualcosa che non ha tempo ma che parla di noi pur essendo qualcosa di astratto. Dafne è diventata viva e si è espressa per tutti noi, noi ci siamo rivisti in lei, tutti abbiamo sentito il suo urlo silenzioso e la sua metamorfosi. Io ho lavorato con l’effimero in questa installazione, come faccio sempre in teatro, ma in questo caso speciale di Alloro, l’effimero è diventato reale”.

“È stato un risultato davvero straordinario, il perché di questo io lo attribuirei alla scelta del soggetto “l’alloro”. – sottolinea Ottorino De Lucchi – È un soggetto unico, racchiuso in un’unica parola che tiene in sé un significato positivo, qualcosa di cui si può andar fieri, qualcosa di cui gloriarsi, nello sport, nell’arte, nella vita. Serve “nell’unanimità” anche questo: una parola senza età e senza confini”. “La grande soddisfazione di questo Padiglione – racconta il duo artistico Goldschmied & Chiari- è stata la coralità del progetto: visione differenti, diverse sfaccettature sono entrate in totale sintonia creando un’omogeneità unica nella storia che volevamo raccontare: differenti identità artistiche si sono riunite in un corpo unico. Personalmente siamo soddisfatte anche dall’amplificazione del pubblico che si è specchiato, fotografato ed è entrato a far parte delle nostre opere, lasciandosi trasportare nel nostro mondo”.

Un successo, questo, a 360 gradi, dovuto anche e soprattutto alla capacità della Città di Venezia e delle sue istituzioni di creare sinergie allo scopo di valorizzare ogni aspetto che la rappresenti. “Nel rilevare con soddisfazione che l’allestimento di Alloro all’interno del Padiglione Cittadino ha riscontrato il favore del pubblico che ha visitato i Giardini della Biennale in occasione della 59. Esposizione Internazionale d’Arte, sottolineo come il lavoro coordinato degli enti e istituzioni del ‘sistema Città di Venezia’ continui a dare ottimi risultati oltre che quantitativi anche, e soprattutto, in termini qualitativi. – dichiara il commissario Maurizio Carlin – Dal sindaco Luigi Brugnaro arriva la spinta ad operare con queste modalità e dal mio particolare e privilegiato osservatorio non posso che adoperarmi affinché diventi una vera e propria linea guida per le iniziative future”.

“La collaborazione con le varie realtà cittadine è stata, infatti, fondamentale per il successo di questo che è, a tutti gli effetti il Padiglione di Venezia, – conclude Giovanna Zabotti – ringrazio in primis il sindaco Luigi Brugnaro per la fiducia, ringrazio la rettrice Tiziana Lippiello e il rettore Benno Albrecht per aver capito il valore culturale di questo progetto, la Fondazione la Fenice per averci affiancato nella realizzazione di alcune opere come nella passata edizione, i partner, che hanno creduto in Alloro fin dai primi disegni e tutti gli artisti e le persone che ogni giorno hanno lavorato con me per farvi vivere un’esperienza che sarà indimenticabile”.

“Numeri che premiano il sistema Venezia e il nostro impegno quotidiano nel rilancio della Città – commenta il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro – Questo Padiglione ha dimostrato di saper parlare al mondo, soprattutto ai giovani, complici la collaborazione con l’Università di Ca’ Foscari e lo IUAV, i cui studenti hanno accompagnato i visitatori all’interno del percorso e curato gli incontri Fuori Padiglione, e lo straordinario successo della stanza riservata agli Artefici del Nostro Tempo, le cui opere verranno trasferite a Forte Marghera, dove proseguirà la mostra a loro dedicata. Un sincero ringraziamento va a tutti coloro che hanno reso possibile questo successo, dalla curatrice Giovanna Zabotti, al commissario Maurizio Carlin, agli artisti e a quanti ne hanno seguito la realizzazione e la gestione”.