Le imprese del commercio e del turismo stanno pagando il prezzo più alto della pandemia
“I nostri settori stanno pagando uno dei prezzi più alti della pandemia. Paghiamo 6 stipendi su 10, abbiamo garantito la tenuta dei quartieri e dei piccoli paesi, la sopravvivenza a tutti – cittadini, anziani, sanitari compresi – ora stiamo per affrontare un altro difficile inverno ed un nuovo pesante sacrificio. Che diventerebbe più accettabile se accanto alle promesse di presunti ristori la Politica approfittasse di questo periodo sospeso per risolvere – non solo temporaneamente ma definitivamente – i mali atavici della burocrazia, del fisco, del costo del lavoro e della giustizia. Ovvero lo sblocco dell’apparato che pesa tanto e forse anche più del virus.”
A scendere in campo è Federico Capraro, presidente di Confcommercio Treviso (ospite al TG Plus FOCUS di questa settimana dedicato ai risvolti economici del nuovo DPCM) a diretto contatto con le categorie maggiormente sottoposte alla stretta, lui stesso albergatore.
“Finora” – assicura Capraro – “le nostre imprese hanno affrontato la pandemia con la massima responsabilità e dignità. Gli esercenti si sono trasformati, spesso, in controllori, nei perimetri dei propri locali e dehors. Stiamo combattendo questa battaglia a suon di FAQ, circolari, chiarimenti, cartelli appesi, corsi di formazione, investimenti in sicurezza, webinar informativi, incontri istituzionali, campagne di sensibilizzazione sui consumatori. Abbiamo sensibilizzato oltre 18 amministrazioni e contribuito ad inaugurare il modello della finanza sociale: nessuno di noi si è fermato ad aspettare il bonus dei 600 euro. Tutti abbiamo investito nell’attività, nella formazione, tutelando al meglio dipendenti e collaboratori ed approfittando del periodo per rivedere le priorità e le strategie. Ogni giorno, manteniamo la lucidità necessaria per non cedere agli allarmismi, non farsi travolgere dai timori e dai dibattiti e contribuire a quella cultura del rispetto, della scienza e della sicurezza con la quale, forse, usciremo presto dalla pandemia. Questo è quello che chiediamo alla Politica: lo facciamo con pragmatismo e con proposte sostenibili e precise. Siamo all’alba di una nuova era e se la Politica non cambia, capitoli come Recovery Fund e Next Generation diventeranno solo slogan vuoti e privi di efficacia locale. Ora serve un cambio di passo, un’altra politica, veloce, pragmatica e competente, che intervenga nell’immediato su sostegni a fondo perduto, moratorie e credito d’imposta e per il lungo periodo liberando il paese dai balzelli e dalla burocrazia e attuando politiche attive locali per rimettere in circolo quella fetta di consumi che abbiamo perso. Serve uno sguardo di lungo raggio, oltre il Covid e con l’impresa al centro per la ripresa”.