In riferimento al tema del contributo di accesso, il Direttore generale del Comune di Venezia, Morris Ceron, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Sento la necessità e il dovere di intervenire per fare chiarezza sull’argomento che, in quanto svolta rivoluzionaria per la vivibilità della Città, comprensibilmente è all’attenzione di tutti i cittadini e vorrei evitare ci fossero malintesi comunicativi.
Una legge dello Stato, ottenuta su impulso dell’Amministrazione comunale, ha ritenuto il ‘contributo di accesso’ quale strumento fondamentale per la gestione dell’overtourism. Consentire l’introduzione di un contributo per chi accede a Venezia ‘insulare’, anche sulla scorta delle sollecitazioni provenienti ad esempio dall’UNESCO, è una delle azioni necessarie per regolare i flussi turistici.
Il Consiglio comunale è chiamato ora a dare le linee guida del Regolamento, secondo i principi di legittimità e buon andamento amministrativo. In qualità di Direttore generale ho il dovere di accompagnare questo percorso di decisione.
La scelta che si sta compiendo, peraltro personalmente condivisibile, è quella di garantire la massima agibilità per tutti i residenti, introducendo, oltre alle fattispecie di esclusione che sono già previste per legge, anche un’amplissima e articolata serie di esenzioni.
Introdurre delle regole vuol dire anche necessariamente consentirne la verifica. Gli uffici, la Giunta, ma anche il Consiglio nell’ambito delle proprie attribuzioni di indirizzo, stanno valutando le funzionalità del sistema che, appunto, consentirà – in modo semplice ed efficace – di accedere alla Città differenziando le situazioni.
Una delle questioni sul campo è quella della privacy, anche tenuto conto della sperimentalità del sistema nella fase di avvio. Su questo tema mi sento di poter fornire rassicurazioni di pieno rispetto della normativa in materia, a partire da alcuni capisaldi che fin d’ora sono stati acquisiti e che qui per dovere di chiarezza informativa elenco.
Anzitutto, nel procedimento è pienamente coinvolto il DPO (Responsabile per la protezione dei dati personali), ovvero l’organo di consulenza esterno chiamato dalla legge a verificare il rispetto delle regole in materia di protezione dei dati personali. Il costante rapporto di collaborazione, avviato fin da subito, sta consentendo di realizzare un sistema di gestione dei dati secondo la normativa vigente.
Circa le questioni maggiormente all’attenzione in questi giorni, mi sento di poter affermare che i residenti in Città non avranno alcun particolare onere, in quanto l’essere residenti è già un dato fornito all’Amministrazione. Questo è bene che sia chiaro fin da subito.
Ho notato, poi, che sulla questione delle relazioni personali si è aperto un dibattito. Vorrei essere chiaro: l’istante successivo a quello in cui un cittadino dichiara di aver invitato qualcuno a casa propria, non sarà possibile per nessuno mettere in relazione invitante ed invitato. Questo perché il dato sarà semplicemente cancellato. Pertanto, l’ospite avrà un QR dal quale non sarà possibile risalire a chi l’ha emesso, proprio per garantire la privacy di ciascuno.
Anche per le situazioni che potrebbero essere considerate più sensibili, relative a salute, orientamenti personali, motivi di giustizia e altro, i meccanismi operativi di esenzione non prevederanno alcun collegamento. Tutto questo grazie ad un sistema all’avanguardia sviluppato dalla società in house Venis.
Più tecniche, e quindi non affrontabili per le vie brevi, sono le prescrizioni relative al controllo e alla sicurezza dei dati che, in ogni caso, anche se riferibili solo a situazioni aggregate e generali, saranno conservati in modo sicuro per il tempo minimamente necessario a svolgere le funzioni assegnate dalla legge e in rigoroso rispetto delle normativa.
Potrei continuare ma, sul punto, è più appropriato che l’operatività, secondo gli indirizzi generali forniti dal Consiglio, sia correttamente affidata alla Giunta. Proprio per il carattere temporaneo e sperimentale di avvio, la delega consentirà eventuali aggiustamenti in tempo reale e massima flessibilità.
Essendo i primi al mondo a provare a regolare le presenze giornaliere in città, mantenendo contemporaneamente la libertà di accedervi, il nostro approccio è assolutamente umile e la disponibilità a continui miglioramenti man mano che sperimentiamo è totale.
Riconoscendoci tutti, spero, una buona dose di coraggio nel mettere in pratica questa misura, che ha lo scopo di rendere Venezia più vivibile per i cittadini e anche per i visitatori, sono certo che, con la collaborazione di tutti, Venezia potrà divenire anche in questo esempio virtuoso esportabile in altre Città. Anche gestire i flussi turistici è un esempio di sostenibilità”.