L’Ulss 8 prende posizione nei confronti della violenza sulle donne, prendendo in carico quelle che l’hanno subita. Anche se sembra sempre un problema distante da noi, quello della violenza sulle donne è invece un fenomeno che colpisce purtroppo, anche a livello locale, donne di tutte le età, provenienze, ceto sociale e livello culturale. Spesso spiazzando chi sta loro intorno che si ritrova incapace di intervenire nel modo più corretto. I dati nazionali (Istat 2007) rivelano che mediamente una donna su tre ha subito una forma di violenza nella propria vita. Nella sola Ulss 8, nel 2012 il Pronto Soccorso ha registrato 244 accessi da parte di donne per “violenza” subita: 117 presso il presidio di Castelfranco Veneto e 126 presso il presidio di Montebelluna. Ma ad arrivare al Pronto soccorso è solo una minoranza, la punta di un iceberg fatto di soprusi spesso taciuti, nascosti e mai denunciati. Nasce per questo il Progetto Adele. Coordinato dal dottor Pasquale Borsellino e realizzato in collaborazione con la cooperativa “Una casa per l’uomo” di Montebelluna, ha lo scopo di formare gli operatori e le assistenti sociali del territorio nell’approccio e nell’assistenza alla violenza. “Il problema – spiega il dottor Pasquale Borsellino, direttore dell’Unità operativa materno-infantile età evolutiva e famiglia – oltre che nei numeri, sta nella sostanza, nelle forme di intervento e di supporto da mettere in pratica, sia per assistere chi subisce violenza che per prevenire i soprusi. In questo senso risulta fondamentale promuovere una rete culturale fatta di nodi che coinvolgono, oltre alle strutture dell’Ulss 8, anche il territorio, il privato, assistenti sociali e medici di medicina generale in primis”.Una rete a cui l’Ulss 8 sta diversi anni lavorando e che, proprio negli ultimi mesi, si sta estendendo per dare risposte più efficaci. Intanto ha preso il via un corso in tre le fasi: una prima di formazione generica, iniziata qualche settimana fa a Montebelluna, assieme alla dottoressa Angela Romanin, formatrice e vice direttrice della Casa delle Donne di Bologna; una seconda di formazione più specialistica ed una terza che prevede la definizione di un protocollo condiviso di azione tra gli attori coinvolti nell’assistenza delle donne. Lo stesso progetto Adele punta a stringere una collaborazione con i medici del Pronto Soccorso che porterà all’introduzione, a livello interno, di un “codice rosa” per il trattamento di queste pazienti. Obiettivo quello di far sì che l’assistenza sia più mirata e coinvolga anche la sfera assistenziale di tipo psicologico arrivando, entro fine anno, alla creazione di un gruppo di ascolto dedicato ai maschi maltrattanti, per il quale si è già concluso il corso di formazione degli operatori.