E’ stata presentata ieri a Galzignano Terme (PD) la Carta Europea del Turismo Sostenibile nelle Aree Protette: un progetto che vede la partecipazione di sei partner italiani, dalla Puglia al Friuli Venezia Giulia e di cinque croati, e ha l’obbiettivo di fornire una certificazione internazionale per rispondere alle richieste di un mercato sempre più competitivo e in espansione come quello del turismo sostenibile.
L’adesione alla Carta Europea prevede tre fasi: la scelta dell’area protetta, in questo caso il Parco dei Colli Euganei, il coinvolgimento in chiave formativa delle imprese turistiche locali e la creazione di pacchetti turistici sostenibili da parte dei tour operator. Tre step che garantiscono la collaborazione tra le molteplici realtà del territorio, la reciproca promozione e riconoscibilità internazionale: la Carta infatti è sostenuta da Europarc Federation, con il coordinamento veneto di Agenda 21.
L’iniziativa è promossa e sostenuta dalla Direzione Turismo della Regione del Veneto, in collaborazione con l’ente Parco, e finanziata con i fondi europei del progetto “Take it Slow”, per il quale sono stati assegnati al Veneto oltre 370mila euro. Il progetto mira a promuovere e incentivare il turismo lento, sostenibile e accessibile lungo tutta la costa adriatica.
“La co-progettazione permette alle imprese della filiera del turismo e alla comunità locale di partecipare attivamente alla costruzione di una nuova proposta di turismo sostenibile nei Colli, che sappia soddisfare i reali bisogni di chi oggi vuole scoprire ed esplorare luoghi sconosciuti, a stretto contatto con la natura e rispettosi dell’ambiente – commenta l’assessore al Turismo, Federico Caner -. L’idea di vacanza lenta nei Colli deve, infatti, esprimere la sinergia di tutti questi attori per affacciarsi all’Europa con un prodotto unico nel suo genere e capace di soddisfare le esigenze di un turista sempre più esigente e informato”.
“La Carta, in questo contesto, assume proprio il significato di certificazione e metterà a disposizione strumenti e metodi avanzati che potranno essere utilizzati da tutti gli operatori del sistema, per diventare patrimonio comune da diffondere anche in altre destinazioni – conclude l’Assessore -. Sono certo che grazie a questa esperienza sapremo favorire una cultura diffusa ed incentivare nuove proposte di ‘slow tourism’, in alternativa al turismo di massa, pensate per scoprire il territorio ma soprattutto capaci di offrire esperienze autentiche, sostenibili, ma soprattutto memorabili”.