Le dipendenze digitali sono quelle provocate dalle nuove tecnologie: l’uso sempre più intenso di internet e il diffondersi dei dispositivi hi-tech possono determinare dei veri e propri disturbi psicologici potenzialmente molto nocivi.

Le conseguenze di tutto questo possono essere molto gravi per il benessere mentale: scopriamo, dunque, i fenomeni da non sottovalutare (nei giovani, ma non solo).

Dipendenze digitali: Vamping

Questo problema è strettamente collegato alla più generale dipendenza da internet e comporta il rimanere svegli tutta la notte per inviare sms e tweet, chattare su WhatsUp e sui social, postare commenti, foto e video su Facebook, Tik Tok o Instagram.

Tale fenomeno interessa principalmente i più giovani, che per restare continuamente connessi hanno la sensazione di non riuscire più a staccarsi dal collegamento.

Like addiction e nomofobia

Il diffondersi dei social network ha provocato l’affermarsi di una sorta di ossessione per i like ricevuti. Gli adolescenti che si rifugiano in questi apprezzamenti sociali virtuali rischiano di intaccare la loro autostima, sentendosi più sicuri solo quando ne ricevono una grande quantità.

Chi è affetto da nomofobia soffre di una pericolosa dipendenza da smartphone e non riesce più a staccarsi dall’uso intenso del telefonino. Non a caso, il termine “nomofobia” letteralmente definisce la fobia di perdere il cellulare o di uscire di casa senza di esso.

Dipendenze digitali: zombichismo e augmentalismo

La forte dipendenza dalla realtà virtuale può portare i giovani ad essere presenti fisicamente, ma assenti mentalmente: in tal caso si parla di zombichismo. Chi ne è affetto si discosta dalla realtà e riesce a comunicare con le persone solamente a distanza e attraverso il collegamento ad internet.

Un ultimo fenomeno da non sottovalutare è l’augmentalismo. La realtà virtuale che viene proposta dalle nuove tecnologie spesso offre l’impressione che tutti possano riuscire a conquistare vasti successi e soddisfazioni solo utilizzando le nuove tecnologie.

Questo porta ad un aleatorio senso di accrescimento del proprio sé, che non trova riscontri reali e che può portare anche a forme di depressione o all’affermarsi della psicosi.