Nella notte un’altra vittima, numero morti sale a 20. 58 nuovi casi di contagiati nella nostra regione. Un incubo senza fine
Crescono ancora i casi di positività in Veneto, che stamane raggiungono la quota di 744 malati, 58 in più del report precedente. Lo rende noto la Regione Veneto. C’è stata anche una nuova vittima: sale così a 20 il numero dei deceduti. Le persone con Sars-CoV-2 ricoverate in ospedale sono salite 237; di queste 51 in terapia intensiva.
Continua il lavoro intenso degli ospedali veneti per accogliere gli ammalati che si rivolgono ai presidi a causa dei sintomi da coronavirus. Molti pazienti sono stati dimessi ma la situazione nei nosocomi veneti permane difficile. E continua l’appello a rimanere il più possibile all’interno delle proprie abitazioni ed evitare il maggior numero possibile di contagi sociali che potrebbero allargare l’epidemia.
Nel frattempo sono stati liberati i cluster di Vo e di Schiavonia ma rimane la perplessità se l’aver tolto i blocchi e aver nuovamente permesso alla gente di circolare, pur essendo la provincia di Padova (come quella di Treviso e Venezia) zona a limitata circolazione, non possa nuovamente far ripiombare la situazione nel dramma di quindici giorni fa quando è iniziato il contagio.
Dalla Cina intanto i contagi sono in netta diminuzione e l’OMS, organizzazione mondiale della sanità, ha elogiato lo sforzo dell’Italia, ovviamente riferito alle regioni Veneto e Lombardia per come hanno lavorato al contenimento del virus evitando la pandemia.
E’ necessario ricordare comunque se se si dovesse parlare di pandemia, anche in Italia, che accaduto in Cina, scatterebbe la corte marziale e l’intervento dell’esercito, che avrebbe ordine di intervenire sulle persone senza alcun problema di permessi o altro. Il contenimento del virus comunque è l’obiettivo verso il quale la Regione Veneto e quella Lombarda si sono prefissati. In Veneto la situazione però decisamente migliore rispetto alla regione governata da Fontana , con un sistema ormai al collasso . Si pensa infatti di trasferire alcuni malati dagli ospedali lombardi a reparti di terapia intensiva in Veneto e che avrebbero ancora dei posti a disposizione. Nel frattempo a Milano sono stati riaperti gli ospedali militari che da anni normai viaggiavano a regime ridotto e vi stanno ricoverando ammalati o degenti Inn via di guarigione. Fatto che al momento non risulta in Veneto.
Il picco dell’epidemia dovrebbe essere toccato in questa settimana.