“Ringrazio il Signor Procuratore che ha chiesto che si dia la parifica al nostro rendiconto. Anche quest’anno, come lo scorso, siamo i primi a parificare. Stiamo parlando di una Regione che è l’unica a statuto ordinario, dove non c’è pressione fiscale. Non preleviamo dalle tasche dei veneti un miliardo e 215 milioni di euro che equivalgono a 250 euro a cittadino. E lo stiamo facendo dal 2010 e siamo i primi per LEA. Avremmo qualche difficoltà in sanità, ma questa è una macchina non facile da manovrare con 54.000 dipendenti e 11.000 medici. E abbiamo assunto migliaia di persone in sanità in questi anni di Covid. Con tutto ciò siamo anche la regione con la spesa media di funzionamento pro-capite più bassa con 95 euro contro i 208 di media nazionale”.

Così il Presidente della Regione Luca Zaia è intervenuto in occasione della seduta per giudizio di parificazione da parte della Corte dei Conti del rendiconto generale regionale per l’esercizio finanziario 2021, tenutasi questa mattina al Palazzo dei Camerlenghi di Venezia.

“Sono particolarmente soddisfatto – ha detto Zaia – perché la parifica riconosce che la nostra filosofia è quella di avere una amministrazione trasparente, per questo il percorso di collaborazione con la Corte dei Conti è importante. Abbiamo bisogno di Catoni censori perché non è facile amministrare”.

Il Presidente della Regione del Veneto ha ricordato la riduzione del debito di un miliardo e mezzo, senza ridurre i servizi e andando ad intervenire sulla razionalizzazione delle partecipate, la dismissione e la valorizzazione degli immobili di proprietà.

Luca Zaia si è poi soffermato sul tema dell’autonomia.

“L’autonomia non è la secessione dei ricchi, per noi è una questione di efficienza amministrativa e assunzione di responsabilità – ha puntualizzato -. Il Capo dello Stato lo ha detto nel discorso di insediamento e ha sempre sostenuto il nostro percorso che è in linea con la Costituzione. La proposta è semplice: alcune competenze che lo Stato gestisce, le trasferisce alla Regione e, parimenti, garantisce una compartecipazione sulle tasse rispetto al costo della gestione della competenza. Non togliamo niente a nessuno. Siamo convinti che, e lo abbiamo ben visto con il Covid, la decisione diretta quanto meno riduce la catena decisionale e ti permette di avere un interlocutore certo. Siamo arrivati a buon punto, siamo alla Legge quadro. Il Governo può decidere solo se adottare questa legge, alla cui stesura hanno partecipato le Regioni, oppure non adottarla. Questo è un momento storico e serve un cambio di paradigma per la nuova era che si prospetta”.

Per quanto riguarda le cifre, i numeri del rendiconto consuntivo del 2021 indicano un fondo cassa positivo, di quasi un miliardo e mezzo, e un risultato di amministrazione con segno più pari a 1.215.409.713,83 euro, con una riduzione della partita del debito autorizzato.

I dati del bilancio 2021evidenziano che la Regione, in sei anni, dal 2015 al 2021, ha migliorato di 1,531 miliardi il risultato contabile di amministrazione, passato da -316 a +1.215 milioni, mentre dal 2014 al 2021 ha ridotto il debito potenziale (DANC, Debito Autorizzato e Non Contratto) di circa 1,854 miliardi (da oltre 2 miliardi a 185 milioni), rispondendo con una norma regionale alle sollecitazioni arrivate proprio dalla Corte dei Conti. Infine ha sbloccato in modo cospicuo gli avanzi di amministrazione: oltre un miliardo di euro dal 2016 al 2021.

Gli equilibri di bilancio sono stati raggiunti adottando, sin dal 2010, una politica di entrata orientata a tenere bassa la tassazione, ed una politica di spesa tesa al perseguimento dell’efficienza e della qualità dei servizi.

Per quanto riguarda il comportamento fiscale, in base alla normativa vigente, il gettito potenziale derivante dalla massima variazione delle aliquote in facoltà della Regione (Addizionale IRPEF, IRAP, tassa automobilistica, addizionale gas naturale) è pari a circa 1.215 milioni di euro all’anno (circa 250 euro per abitante). Cifra che rimane nelle tasche dei cittadini e delle imprese venete. Nel 2021 la Regione Veneto è risultata al primo posto tra le regioni a statuto ordinario per bassa pressione tributaria pro-capite discrezionale: a) sia sull’Addizionale regionale all’Irpef (in virtù della non attivazione regionale della maggiorazione di aliquota e della richiamata agevolazione per i disabili), b) sia sulla somma delle manovre su Addizionale regionale Irpef e Irap.

Per quanto attiene invece al profilo dell’efficienza, in questa fase di contrasto all’emergenza sanitaria ed economica il governo dei fattori operativi appare ancora più strategico per riuscire a garantire anche nel prossimo triennio servizi pubblici di qualità ai cittadini del Veneto. A tal proposito occorre necessariamente proseguire nell’opera di controllo, razionalizzazione e contenimento dei costi di funzionamento. Va ricordato a tal proposito che, in base agli ultimi dati disponibili (SIOPE 2021), la Regione Veneto presenta già oggi la spesa di funzionamento (personale più beni e servizi) più bassa tra le regioni a statuto ordinario: 95,7 euro, il 54% in meno rispetto alla media RSO pari a 208 euro. Registra la spesa più bassa tra le RSO anche se si aggiungono alle spese di funzionamento gli interessi passivi: 107 euro, contro una media RSO di 237 euro.

In relazione alla qualità dei servizi, la sanità, che rappresenta il 75% del bilancio regionale, ha mostrato risultati qualitativi e gestionali apprezzabili. La sanità veneta a livello nazionale è risultata al primo posto, sia nel 2018 (da sola) che nel 2019 (insieme alla Toscana), tra le RSO per il più alto punteggio complessivo nella Garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria. Questo livello di qualità è stato realizzato nell’ambito dell’equilibrio delle gestioni sanitarie: infatti in ogni anno del periodo dal 2012 al 2020 il Veneto è al primo posto tra le RSO per il numero di anni (9, come l’Umbria) con risultato positivo o nullo nei conti economici della sanità. Inoltre, sempre nel periodo 2012-2020, ha ottenuto il miglior risultato di esercizio cumulato tra le Regioni, sia a statuto ordinario che speciali: +281 milioni.