Nel veneziano sono venti i mercati agricoli settimanali, tre mercati stagionali , uno al coperto e un centinaio di punti vendita che entrano a pieno titolo nella rete nazionale di Campagna Amica che conta più di mille farmer’s market distribuiti da nord a sud d’Italia. E’ quanto sostiene Coldiretti Venezia nel commentare la controtendenza del settore rispetto alle drammatiche chiusure di negozi nelle città è boom per i mercati contadini. A più di quindici anni dall’approvazione della prima legge regionale cosiddetta del “Km zero” che ha dato l’impulso alla filiera corta il bilancio di Coldiretti valorizza la presenza di questa dimensione di vendita dal produttore al consumatore che mantiene vivo il tessuto economico e sociale nelle aree urbane. La crisi provocata dalla pandemia come evidenziato da Confcommercio – sottolinea la Coldiretti – sta portando alla chiusura di molte botteghe tradizionali che oltre ad effetti su redditi e lavoro determina un impatto negativo con la riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale.
Un andamento contrastato solo – precisa la Coldiretti – dalle aperture dei nuovi mercati degli agricoltori di Campagna Amica che sempre più frequentemente trovano spazio nei centri delle città. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ gli acquisti nei mercati del contadino sono risultati in crescita del 26% nel 2020, trainati da una nuova sensibilità degli italiani verso i cibi salutari ma anche dalla volontà di recuperare un contatto diretto con chi coltiva i prodotti che si portano in tavola, nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia. A spingere la spesa nei farmers market dall’agricoltore è soprattutto la possibilità di trovare prodotti stagionali, tipici e di qualità proposti direttamente dagli agricoltori.
“L’emergenza sanitaria ha sancito il valore del cibo: locale, sano ed espressione del territorio – spiega Coldiretti Venezia – per questo la Regione del Veneto deve cogliere l’opportunità di avviare un’azione importante con interventi che portino, in particolare, le nuove generazioni a cogliere la qualità dell’agroalimentare regionale. Lo ha fatto da amministrazione pubblica pioniera approvando una norma che ora ha bisogno di una revisione. Per comprendere il valore identitario serve un forte sistema di tracciabilità all’origine dei prodotti utilizzati nelle mense pubbliche affiancandolo a severi controlli volti a verificare la corretta esecuzione degli appalti e monitoraggio dell’attività. Proprio per il senso etico e sociale che il cibo ha, è necessario, inoltre, attivare iniziative che favoriscano il recupero delle eccedenze alimentari anche, ma non solo, nella ristorazione collettiva, a favore della popolazione a rischio di esclusione e povertà.
La task force di Coldiretti Venezia ha consegnato dall’inizio della pandemia quasi 10mila chilogrammi di cibo alle famiglie in difficoltà attraverso iniziative come la “Spesa Sospesa” promossa nel mercato agricolo coperto di Campagna Amica a Mestre resa possibile grazie alla generosità dei cittadini. Un’azione capillare svolta in collaborazione con gli enti di beneficenza a cui si aggiungono i pacchi della solidarietà – pari a a 5milioni di chili di prodotti Made in Italy – consegnati dagli agricoltori con il contributo determinante del management dei Consorzi Agrari D’Italia (Cai) e della Coldiretti che hanno deciso di rinunciare a propri compensi straordinari. Un sistema che ha permesso la distribuzione di prodotti Made in Italy 100% con pasta, riso, latte, carne, salumi, formaggi, succhi, frutta, riso e prodotti per l’infanzia.