Da una recente ricerca è emerso un possibile nesso tra l’inquinamento e l’insorgenza di sintomi gravi in caso di infezione da Covid-19.
Covid e inquinamento, il legame
Un nuovo studio, infatti, ha evidenziato come l’inquinamento aumenti il rischio di sviluppare sintomi gravi in caso di Coronavirus.
Entrando nel dettaglio, i ricercatori del Barcelona Institute of Global Health hanno analizzato oltre 9.600 persone, prelevando alcuni loro campioni di sangue. Con l’obiettivo di individuare eventuali livelli di anticorpi contro il Covid, la loro concentrazione e la presenza di un’elevata carica virale.
I risultai dello studio
Da questo è emerso come i soggetti maggiormente esposti a ossido di azoto e a polveri sottili avessero sviluppato livelli più alti di anticorpi. Inoltre, in tutti i casi di infezione sintomatica, i ricercatori hanno rilevato anche un’elevata presenza di inquinanti in abbinamento ad una malattia più grave.
Ma non è tutto: il legame tra inquinamento e Covid, infatti, si è dimostrato più forte nei maschi over 60 e nei soggetti che vivono in aree più disagiate, dal punto di vista socioeconomico.
Tuttavia, questo tipo di analisi affonda le radici nel recente passato: nei mesi scorsi, infatti, altri studi avevano messo in relazione smog e Coronavirus. Ma la nuova ricerca pubblicata su Environment Health Perspectives ha portato alla luce elementi nuovi. In particolare, ha rivelato come l’inquinamento non aumenti il rischio di contrarre il virus, bensì quello di avere conseguenze più gravi – ovvero il ricovero in ospedale o in terapia intensiva.
Ciò è dovuto, probabilmente, al fatto che gli agenti inquinanti indeboliscono i polmoni, mettendo così i soggetti più a rischio di sviluppare problemi come influenza o polmonite. Ma non solo: l’inquinamento dell’aria è un fattore che può favorire anche l’insorgenza di altre malattie croniche cardiovascolari, con il rischio di contrarre più facilmente il Covid in forma grave.