Il sistema scolastico della provincia di Treviso si trova ad affrontare una situazione di emergenza senza precedenti alla vigilia dell’anno accademico 2024-2025. Un’allarmante carenza di dirigenti scolastici sta gettando nell’incertezza ben 23 istituti della Marca, rappresentando quasi un quarto del totale delle strutture educative locali.

Questa crisi direzionale si è ulteriormente acuita con l’inaspettato trasferimento della stimata preside Emanuela Pol dall’istituto Planck di Lancenigo all’Ufficio Scolastico Regionale, lasciando un vuoto di leadership in una delle scuole più rinomate del territorio.

Per far fronte a questa situazione critica, l’amministrazione scolastica si è vista costretta a ricorrere a soluzioni d’emergenza. Una corsa contro il tempo è stata avviata per raccogliere candidature entro le 17:00 di ieri, con l’obiettivo di assegnare incarichi temporanei, noti come “reggenze”, entro la fine di agosto. Questi incarichi prevedono che dirigenti già in carica presso altri istituti assumano temporaneamente la guida delle scuole prive di una figura direttiva, in un delicato equilibrio di responsabilità e impegni.

La complessità della situazione è stata ulteriormente esacerbata da un recente intervento del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio. Il tribunale ha imposto una sospensiva sull’utilizzo della graduatoria nazionale derivante da un concorso riservato, che avrebbe dovuto essere la fonte principale per la selezione dei nuovi dirigenti. Questa decisione giuridica, scaturita dal ricorso di alcuni docenti insoddisfatti dell’esito del concorso del 2017, ha gettato ulteriore incertezza sul processo di nomina.

Il verdetto definitivo del TAR, atteso per il 5 settembre, tiene in sospeso l’intero sistema scolastico. Nel frattempo, gli Uffici Scolastici Regionali si trovano con le mani legate, impossibilitati a procedere con nomine definitive e costretti a ricorrere massicciamente all’istituto della reggenza per garantire che nessuna scuola rimanga senza una guida al 2 settembre, data cruciale per l’avvio dell’anno scolastico.

Questa situazione di precarietà dirigenziale solleva interrogativi sulla stabilità e l’efficacia della gestione scolastica per il prossimo anno. La leadership sdoppiata, con presidi che si trovano a dover dividere la loro attenzione e le loro energie tra più istituti, potrebbe potenzialmente impattare sulla qualità dell’offerta formativa e sulla capacità di affrontare le sfide quotidiane della vita scolastica.

Inoltre, questa crisi mette in luce problematiche più ampie nel sistema di reclutamento e gestione dei dirigenti scolastici a livello nazionale. La dipendenza da graduatorie contestate e la mancanza di un piano di successione efficace per le posizioni dirigenziali evidenziano la necessità di una riforma strutturale del sistema.

Mentre la comunità educativa trevigiana attende con ansia le nomine dei reggenti e il pronunciamento del TAR, cresce la preoccupazione per come questa situazione di instabilità dirigenziale possa influenzare l’inizio dell’anno scolastico. Studenti, famiglie e personale docente si trovano in un limbo di incertezza, sperando in una rapida risoluzione che possa garantire una guida stabile e competente per ogni istituto della provincia.

In conclusione, questa crisi dei presidi nella Marca trevigiana non è solo un problema locale, ma riflette sfide più ampie nel sistema educativo italiano. La risoluzione di questa situazione potrebbe richiedere non solo interventi a breve termine, ma anche una riflessione più profonda sulle modalità di selezione, formazione e assegnazione dei dirigenti scolastici, per garantire la continuità e l’eccellenza nell’istruzione pubblica.