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La situazione pensionistica in Veneto sta diventando sempre più preoccupante, con una percentuale allarmante di pensionati che si trova a dover affrontare una vita di ristrettezze economiche. Secondo un’analisi condotta dalla Spi Cgil del Veneto sui dati delle pensioni di vecchiaia del settore privato del 2023, includendo anche pensioni anticipate e prepensionamenti, emerge un quadro critico che richiede un’attenzione immediata.

Un’impresa quotidiana: vivere con meno di mille euro al mese

La Spi Cgil del Veneto descrive la situazione come un’autentica “impresa” per moltissimi pensionati veneti, costretti a sopravvivere con assegni previdenziali che non riescono a tutelare il loro potere d’acquisto. Questo problema diventa ancora più acuto considerando i significativi rincari degli ultimi anni che hanno eroso ulteriormente il valore reale delle pensioni.

I numeri della crisi

L’analisi ha rivelato che:

  • L’assegno mensile medio si aggira intorno ai 1.260 euro lordi
  • Il 40% dei trattamenti di vecchiaia è inferiore ai mille euro mensili

Questi dati preliminari, in attesa dei numeri definitivi sulle dichiarazioni Irpef, dipingono un quadro preoccupante della situazione economica di una vasta fetta della popolazione pensionata veneta.

Disparità territoriali e di genere

L’indagine ha anche messo in luce significative differenze tra i diversi territori e comuni del Veneto. A livello provinciale, si osserva una vera e propria “classifica” delle pensioni:

  1. Venezia: 1.352 euro (media più alta)
  2. Vicenza: 1.279 euro
  3. Padova: 1.256 euro
  4. Treviso: 1.250 euro
  5. Belluno: 1.224 euro
  6. Verona: 1.210 euro
  7. Rovigo: 1.156 euro (media più bassa)

È interessante notare come Verona, pur non essendo l’ultima in classifica considerando solo le pensioni di vecchiaia, scenda di posizione quando si includono tutte le pensioni del settore privato. Secondo il sindacato, questo è dovuto all’impatto dei prepensionamenti che abbassano la media degli importi.

Oltre alle disparità territoriali, l’indagine ha confermato la persistente sproporzione tra le entrate pensionistiche degli uomini e quelle delle donne, evidenziando un problema di disuguaglianza di genere che si protrae anche dopo la vita lavorativa.

Prospettive future

Questi dati sollevano importanti questioni sulla sostenibilità del sistema pensionistico attuale e sulla qualità della vita dei pensionati veneti. È evidente la necessità di interventi mirati per garantire pensioni più adeguate, che possano permettere una vita dignitosa a tutti i cittadini anziani.

Le istituzioni locali e nazionali sono chiamate a riflettere su possibili soluzioni, che potrebbero includere:

  • Revisione del sistema di calcolo delle pensioni
  • Introduzione di misure di sostegno per le pensioni più basse
  • Politiche mirate a ridurre il divario di genere nelle pensioni
  • Incentivi per l’occupazione giovanile per sostenere il sistema previdenziale

Solo attraverso un impegno congiunto di tutte le parti sociali sarà possibile affrontare questa crisi e garantire un futuro più sereno ai pensionati veneti e italiani in generale.