Finisce la tappa sullo Zoncolan, spettacolo, pioggia, freddo, storia, gente, pubblico. E comincia la Tarvisio – Sappada. Tappa friulano carnico veneta cadorina o tappa tutta carnico friulana? Questo è il dilemma da un bel po’ di mesi a questa parte. Ovvero da quando a Sappada hanno votato e fatto vincere il referendum per l’annessione del piccolo paesino a cavallo tra le dolomiti carniche e il Cadore veneto. Una scelta sofferta. Dicono di cuore i sappadini (boh come si chiameranno per davvero?).
Una scelta di portafoglio dicono altri. Una scelta che comunque costerà cara al Friuli che dovrà sganciare milioni di euro per rimettere a posto il paese effettivamente un po’ dimenticato dal Veneto ma che comunque costituiva un bel comprensorio sciistico dove poter incassare bene senza adeguare impianti e molto altro, dalle tecnologie alle ricezioni alberghiere ovvero senza sborsare. Salendo da Ravascletto verso Sappada ci si accorge di come cambia il paesaggio. Quello delle Alpi Carniche, che alla fine sempre Alpi sono, duro, grezzo, tagliato nella roccia, quasi una Pietà Rondanini scolpita con tagli netti decisi e ancora abbozzata dentro la materia , dentro il marmo, l’ultimo scelto da Michelangelo. La strada verso Sappada si fa più dolce, morbida, i paesaggi sinuosi, le valli aperte, come la Pietà a San Pietro, accogliente , calda e materna. Sappada è su una ampia vallata. E salendo sugli ultimi tornanti non capisce se si sia allungata la Carnia o ristretto il il Cadore.
“Siamo una piccola comunità – racconta la mamma di Emanuele Buzzi, giovane promettente sciatore olimpionico a PyeongChang – ma a dire il vero non ci sentiamo appartenere nel al Veneto, al Cadore né alla Carnia, al Friuli. Certo, storicamente appartenevamo alla zona Carnica. Ma ormai gli anni sono passati. Al momento non ci sembra sia cambiato molto. Alcuni passaggi amministrativi sono stati fatti in fretta, come quelli della Camera di Commercio e Agenzia delle Entrate, per altri adempimenti dovremo attendere ancora qualche mese. Comunque si, ora siamo sotto la provincia di Udine. Ma rimaniamo sempre un po’ tagliati fuori dal mondo nonostante le nostre tante medaglie olimpiche, a partire da quelle di Piller Cotter e Silvio Fauner. La posizione geografica non ci ha mai favorito. Ci adatteremo e vedremo come proseguirà. Certo ci mancano tanti servizi, siamo a metà strada tra Veneto e Friuli ma non abbiamo alternative”. Insomma Sappada nonostante il referendum rimane terra di nessuno..
Quanti articoli scritti anche da noi su questo passaggio dal Veneto al Friuli. Ma alla fine potrebbe essere veramente una beffa. Dal Friuli dicono che i tanti finanziamenti promessi dal Friuli gestito dalla Serracchiani a Sappada potrebbero essere inesistenti. Sarebbe davvero divertente, ovviamente in senso ironico, se i sappadini fossero passati al Friuli per avere alla fine ancor meno di ciò che avevano in Veneto.
Ascoltiamo le interviste della gente al link