La psichiatria rappresenta una sfera prioritaria per l’Ulss 2 Marca trevigiana. In un contesto in cui, rispetto al periodo pre-pandemico, le richieste di supporto psichiatrico sono aumentate del 15-20% e si è abbassata l’età delle persone soggette a disturbi mentali, arrivando ai 16 anni, l’azienda sanitaria sta lavorando su più fronti per rispondere alle esigenze del territorio mettendo in atto molteplici progettualità che favoriscano l’inclusione, prima fra tutte il Progetto di Vita, lavorando a livello multidisciplinare e in sinergia con le realtà territoriali, dai Comuni al Terzo Settore.

Questo il quadro emerso nel corso della conferenza stampa, tenutasi stamane a Villa Carisi, durante la quale il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, ha fatto il punto sulla situazione del Dipartimento di Salute Mentale della Marca trevigiana. Con lui il direttore dei Servizi Socio-sanitari, Roberto Rigoli, la direttrice del Dipartimento di Salute Mentale (DSM), Carola Tozzini, e il direttore dell’Unità operativa complessa di Psichiatria del Distretto Asolo, Giuseppe Salce. 

“Per far fronte alle richieste di supporto psichiatrico il DSM sta implementando la rete già esistente con i medici di medicina generale del nostro territorio, che rappresentano un filtro importantissimo – ha spiegato la dr.ssa Tozzini -. Stiamo inoltre incrementando la collaborazione con le altre aree socio-sanitarie quali la Neuropsichiatria infantile, l’Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori, il Dipartimento per le Dipendenze e la Disabilità, al fine di intercettare il prima possibile l’esordio dei disturbi mentali e quindi curarli nella maniera più appropriata fin dall’inizio. Ci stiamo, anche, attrezzando con delle formazioni specifiche, abbiamo in essere dei progetti innovativi per i nostri utenti, secondo il modello della psichiatria di comunità e siamo parte di un network nazionale”.

Tra le molteplici progettualità messe in atto dall’Ulss 2 vi è il Progetto di Vita, che consiste nel rilevare quelli che sono i bisogni dell’utente e nel costruire quindi un progetto terapeutico individualizzato a seconda di quelle che si rilevano essere le aree da dover curare e soprattutto riabilitare. Un progetto che si fonda, quindi, su una interazione specifica multiprofessionale in cui un ruolo fondamentale ce l’hanno il medico e, soprattutto, lo psicologo, l’educatore, l’assistente sociale, l’infermiere e l’operatore socio-sanitario che accompagnano la persona in una filiera riabilitativa, ma anche in un percorso che poi evolve verso la residenzialità leggera, l’inserimento lavorativo e l’inserimento sociale, supportandola in ogni tappa. 

L’inserimento sociale passa attraverso l’inclusione per cui il recupero delle abilità operative, la capacità lavorativa e, tra queste, anche l’autonomia abitativa. Si tratta di un percorso che parte dal momento della comparsa degli aspetti di disabilità che vengono poi trattati e superati, la fase più critica, e poi parte attraverso progetti di riabilitazione che sono più creativi, dalla grafo-pittorica alla scrittura, a quelli più operativi legati alle necessità della gestione della quotidianità.

“Per far fronte alle esigenze del territorio, l’Ulss 2 punta moltissimo sulla multidisciplinarietà costituendo una solida rete fatta di medici, operatori sanitari, volontari – ha commentato il dr Rigoli -. È stato fatto un intenso lavoro proprio nell’ambito del Progetto di Vita, strumento di sostegno alla persona con disabilità, portato avanti anche dalla presidente della Conferenza dei Sindaci, Paola Roma, e in altre progettualità inclusive quali il Cohousing, che abbiamo introdotto nei Piani di Zona proprio per andare incontro alla necessità di inserire nel territorio i pazienti”. 

“La psichiatria, accanto alle liste d’attesa, rappresenta una delle priorità dell’Ulss 2. Andremo a potenziare il numero di psicologi ed educatori, come da indicazioni della Regione, per dare risposte alle richieste del territorio – ha commentato il direttore generale, Francesco Benazzi -. Devo ringraziare gli psichiatri che stanno lavorando molto, ma anche le associazioni di familiari come l’Aitsam di Castelfranco Veneto, partner importantissimo dell’Ulss 2, per il prezioso supporto. 

I tre psichiatri che si sono spostati all’interno della nostra azienda l’hanno fatto per motivi personali, una di questi proprio per entrare a far parte del gruppo regionale – ha concluso il direttore -. La dr.ssa Tozzini, direttrice del Dipartimento, e il suo team stanno portando avanti dei progetti innovativi, primo fra tutti il Progetto di Vita, che sono di fatto un richiamo per i giovani psichiatri che inizieranno la loro carriera”.