L’incapacità di fare a meno di smartphone, tablet e dispositivi vari è un disturbo che colpisce un numero sempre crescente di persone e che in alcuni casi può diventare una vera e propria dipendenza digitale.

E i dati sono allarmanti: questo disturbo, infatti, non interessa solo giovani e adulti, ma anche bambini e persone (più) avanti con l’età.

Nomofobia: la paura da cellulare spento

Il termine nomofobia nasce dall’unione di un termine inglese (no-mobile) con uno greco (fobia). Parliamo del timore estremizzato di rimanere sconnessi con il proprio telefono, tanto che i sintomi (ovvero ansia e mania di controllo del proprio cellulare) assomigliano a quelli di un disturbo ossessivo-compulsivo.

Questo è determinato dal fatto che il cervello produce dopamina quando si è connessi, mentre l’impulso di controllare le notifiche diventa incontrollabile se ci sono problemi di ricezione telefonica.

Come riconoscere la dipendenza digitale

Chi abusa di tablet e dispositivi elettronici tende a perdere la cognizione del tempo e- nei casi più seri- a trascurare anche bisogni fondamentali come il sonno, la socializzazione e l’alimentazione.

Ma non è tutto: una dipendenza digitale, infatti, può portare ad una progressiva chiusura verso l’esterno, con il rischio di sviluppare ansia, depressione o irritabilità. E le ripercussioni negative possono ripercuotersi anche sui rapporti sociali, sull’attività produttiva o scolastica, sulla lucidità mentale e sulla salute.

Molto spesso l’aspetto più critico è proprio prendere coscienza che si soffre di questa patologia: comprendere quando si sta eccedendo, tuttavia, è il primo passo verso la guarigione.