Dire e contraddire. Botta e risposta fra studenti come dei veri avvocati, simulando quello che accade in Tribunale.
Ma non stiamo parlando di provetti Principi del Foro, bensì di studenti, che comunque si sono affrontati in una vera e propria sfida secondo le regole della retorica classica, argomentando e confutando tesi, dimostrando di saper esprimere le proprie idee con convinzione, senza sopraffazione.
Proprio come avviene nelle aule di Giustizia.
Due classi veneziane, composte rispettivamente da studenti del Liceo Foscarini e del Liceo Marco Polo, e una veronese formata da allievi dell’Istituto Messedaglia, hanno disputato questo pomeriggio nella sala del Consiglio comunale di Ca’ Loredan, la sfida territoriale del torneo “Dire e contraddire”, l’iniziativa promossa nell’ambito del progetto “Educazione alla legalità”, frutto del protocollo d’intesa tra il Consiglio nazionale forense e il Ministero dell’Istruzione, al quale hanno aderito anche gli ordini degli avvocati di Venezia e Verona.
Dire e contraddire
Si tratta di una manifestazione a carattere nazionale, che ha coinvolto 23 città, 23 consigli dell’Ordine degli avvocati e 53 istituti scolastici, con l’obiettivo di fornire ai giovani studenti, guidati e seguiti dagli avvocati degli ordini forensi, con il supporto dei loro insegnanti, le tecniche per una comunicazione efficace attraverso la capacità di argomentare e contro argomentare, allo scopo di convincere nel pieno rispetto dell’opinione altrui.
A decretare la squadra che accederà alle semifinali è stata una giuria presieduta dal presidente della Corte d’Appello di Venezia, Carlo Citterio – che ha evidenziato l’importanza della parola, ma anche della capacità di ascolto – insieme agli avvocati Marianna De Giudici e Francesca Castoldi. Presenti inoltre le avvocate Valeria Mazzotta, Arianna Berton e Cristina Castelli, referenti del progetto, e, in collegamento online, la coordinatrice nazionale Angela Mazzia e la coordinatrice della Commissione di Educazione alla legalità del CNF Daniela Giraudo.
Le dichiarazioni delle autorità
“Questa sala – ha esordito il vicepresidente dell’Assemblea di Ca’ Farsetti e avvocato, Paolo Romor – ci è sembrato il luogo ideale dove ospitare questa sfida. Proprio qui – ha evidenziato Romor rivolgendosi agli studenti – si svolge il Consiglio comunale, luogo di elezione della dialettica tra maggioranza e opposizione: si prendono decisioni importanti per il futuro della città e si segna la linea politica dell’Ente. Voglio fare i complimenti agli organizzatori: sia a chi ha avviato questo progetto a livello nazionale sia ai colleghi avvocati che a Venezia hanno raccolto questo importante compito”.
“Vedo – ha aggiunto il presidente dell’Ordine degli avvocati di Venezia, Tommaso Bortoluzzi – ragazzi molto giovani che si sono dedicati a un profilo della loro crescita che in questi ultimi anni è stato un po’ sottovalutato. Mi fa molto piacere pensare che la classe dirigente del futuro abbia ritenuto opportuno confrontarsi dialetticamente in maniera leale e senza aggressioni verbali”.
La disputa
I 33 studenti partecipanti, seduti sugli scranni del Consiglio comunale si sono “affrontati” sulla frase del trattato filosofico De re publica, scritto nel 50 a.C. da Cicerone, “La libertà non consiste nell’avere un padrone giusto, ma nel non averne alcuno”. Dopo la lettura della formula di rito sul valore della parola e la forza dell’eloquenza, nel pieno rispetto del pensiero altrui, le tre classi hanno dato avvio alla disputa. La squadra “Themis” del Liceo Foscarini, con il motto “Non si interrompe un’emozione”, quella composta dai ragazzi del Liceo Marco Polo, “Pro Milione”, che si riconosceva nel motto “Beata la squadra che al tempo del dire pensa al contraddire”, e la squadra veronese “Otto personaggi in cerca di ragione” dal motto “Dubium sapientiae initium” si sono confrontate con le “armi della parola” sostenendo rispettivamente tesi a favore e tesi contrarie.
I vincitori
A vincere la disputa è stata la squadra del Foscarini, proclamata dalla giuria dopo riunione in Camera di Consiglio. Per tutti gli studenti la soddisfazione di aver partecipato a un’esperienza importante che – è stato ricordato – lascerà comunque il segno qualunque sarà in futuro la loro professione.