L’Ospedale all’Angelo è una tra le prime strutture mediche nel nord Italia a schierare un pull di specialisti per contrastare il linfedema agli arti, tipico problema che colpisce le donne operate al seno, con tecniche microchirurgiche innovative.[s2If !current_user_can(access_s2member_level1)] …READ MORE[/s2If][s2If current_user_can(access_s2member_level1)]
Il ‘linfedema’ è un accumulo di linfa – spiega il direttore della Breast Unit dell’Ulss 12 Veneziana, Guido Papaccio – dovuto ad un anomalo funzionamento del sistema linfatico e quindi al ristagno di linfa in un arto. Si manifesta con frequenza nelle donne operate per tumore al seno, con il rigonfiamento dell’arto superiore dopo il trattamento chirurgico: fino al 20% delle donne che hanno subito una asportazione dei linfonodi ascellari è vittima di un linfedema rilevante entro i dieci anni successivi. Così, pazienti che hanno superato, grazie all’intervento chirurgico, il problema del tumore, si ritrovano a patire il rigonfiamento dell’arto superiore detto ‘braccio grosso’, che può comparire anche a distanza di anni dall’operazione e che è a diversi livelli invalidante”.
Solitamente, la terapia che si prescrive per il linfedema prevede una stimolazione meccanica per favorire la circolazione della linfa, ostacolata dalla patologia, tramite massaggi, linfodrenaggi e fasciature. All’Ospedale all’Angelo di Mestre, invece, la Breast Unit diretta dal Dottor Papaccio collabora con gli specialisti della microchirurgia linfatica dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare al fine di costruire un iter terapeutico curativo, e addirittura preventivo, del linfedema. «Ai vasi linfatici ostruiti – spiega il chirurgo Alessandro Busetto – rispondiamo con la realizzazione di veri e propri bypass, cioè costruendo chirurgicamente dei percorsi linfatici alternativi. Siamo in grado di farlo a linfedema già acclarato; ma la sfida che abbiamo vinto è quella dell’intervento preventivo: la costruzione dei bypass intorno ai vasi che potrebbero ostruirsi in futuro».
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